Rapporto Ocse-Fao 2016-2025, contro fame politiche mirate
Inversione di rotta per i prezzi dei principali prodotti agricoli che, dopo un lungo periodo di salita, resteranno nell’insieme bassi per il prossimo decennio a partire dal 2015. Sarà comunque necessario restare vigili, perché la volatilità dei listini sarà sempre in agguato e occorrerà mettere in pratica politiche mirate e condivise per contrastare la fame. Sono le previsioni contenuto nell’ultimo rapporto congiunto Ocse-Fao 2016-2025 ‘Agricoltural Outolook’, presentato oggi a Roma dal direttore generale dell’organizzazione parigina, Angel Gurria, e dal direttore generale della Fao, Jose Graziano da Silva.
Una nuova situazione dovuta, secondo il rapporto, all’aumento delle rese produttive e della domanda mondiale dei prodotti alimentari, ma anche dal basso costo del petrolio e dal buon livello di riserva mondiale delle derrate. Listini stimati in calo ma soprattutto per i prodotti agricoli. Con il graduale aumento del reddito, infatti, specialmente nelle economie emergenti, la domanda di carne, pesce e pollame subirà una crescita, causando listini in salita rispetto ad alimenti base quali grano e riso. Si prevede inoltre il miglioramento della produttività dei raccolti, per circa l’80% dell’aumento della produzione agricola; crescita che, potrebbe ridurre la fame nel mondo, traducendosi in un calo delle persone sotto nutrite, da 800 milioni a meno di 650 milioni nel 2025.
”La priorità per i governi è attuare politiche che aumentino la produttività agricola in maniera coerente e sostenibile per porre fine a fame e denutrizione negli anni a venire”, ha detto Gurria, parlando di una “nuova era dei prezzi mondiali”. Da Silva ha poi auspicato che ”la maggior parte della domanda futura dei beni agricoli primari possa essere soddisfatta attraverso i guadagni in termini di produttività e non con l’espansione delle aree coltivate”. La 12esima edizione del rapporto contiene un focus sull‘Africa sub-sahariana, dove la malnutrizione resta un problema fondamentale. In una proiezione a 10 anni nella regione, infatti, si concentrerà un terzo del totale globale delle persone malnutrite contro un quarto attuale; contemporaneamente, però, il numero delle persone che soffrono la fame diminuirà dall’11% all’8%. Il rapporto, infine, evidenzia un aumento dell’1,8% l’anno del volume del commercio agricolo mondiale per i prossimi dieci anni, rispetto al 4,3% annuo dello scorso decennio.