Twister, rilancio spinto dall’estero

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A Dubai accordi con De Longhi, Mapei, La Perla e Kenwood

 di Claudio Plazzotta 

fiorenzo tagliabueIl mondo delle società di consulenza in comunicazione in mani italiane va dalla Sec di Fiorenzo Tagliabue (21,2 milioni di euro di fatturato nel 2015) alla Barabino & partners di Luca Barabino (15,3 mln), che hanno una leadership assoluta nel settore. Poi si scende a una fascia intermedia, quella dove si collocano Image Building di Giuliana Paoletti o Community group di Auro Palomba, sotto i 10 mln di euro.

E quindi ci si imbatte nel network che, faticosamente, sta cercando di creare Twister group: che, dopo aver rilevato Power Emprise nel 2013, nello scorso aprile ha dato il via a un incrocio azionario, acquisendo il 30% di Fluendo, e cedendo a Fluendo il proprio 14,5%. Il network, a questo punto, vale circa quattro milioni di euro di fatturato. Twister group chiuderà il 2015 (ma l’assemblea per approvare il bilancio è convocata solo il prossimo 27 giugno) con ricavi attorno a 3,3 milioni di euro e un bilancio in equilibrio. L’apporto decisivo per non andare in rosso è stato tuttavia dato dalle attività di Power emprise, che invece hanno terminato il 2015 con un utile sopra i 200 mila euro.

Gli ultimi mesi di Twister, che ha sede a Milano, sono comunque stati molto agitati, con tanti cambiamenti e un po’ di rivoluzioni organizzative. Andando per ordine, a metà 2015 è uscito dal gruppo Cosimo Pastore, fondatore e a.d. di Power Emprise, che tuttavia è rimasto con un contratto di consulenza per seguire i clienti Power Emprise. Il fondatore, presidente e socio di maggioranza (52%) di Twister, Fabio Raineri, ha poi ritenuto di presidiare meglio la piazza di Roma, dove operava un ufficio Twister guidato da Attilio Lombardi (socio al 5%). Di qui l’accordo con Fluendo e l’uscita, non senza polemiche, di Lombardi (che però resta socio). In primavera c’è stato pure il burrascoso addio di Mauro Ricci, socio storico (17%) di Twister e direttore finanziario del gruppo. Ricci è stato allontanato da Twister, ne resta azionista, e la vicenda avrà anche strascichi giudiziari con cause di lavoro.

Infine, è di poche settimane fa la notizia del passaggio di Claudia Caracausi e della sua assistente da Twister a Image Building. Caracausi era responsabile della sezione corporate and finance di Twister, e col suo addio se ne vanno pure i budget di Lazard e di Barclays (circa 200 mila euro).

Tutti questi cambiamenti hanno portato pure a un nuovo consiglio di amministrazione di Twister (dove prima siedevano solo Raineri e Ricci): rimane Raineri, presidente e a.d., entra un nuovo consigliere di sua fiducia, e poi arrivano pure Paola Picilli (in rappresentanza di Fluendo, è la ex portavoce dell’ex sottosegretario all’economia Nicola Cosentino), e il venture capitalist Luciano Balbo.

La compagine azionaria che dovrà approvare il bilancio il prossimo 27 giugno, quindi, vede ora da una parte Raineri (52%), Fluendo (14,5%), Arnaldo Ragozzino (11%) e dall’altra i due soci in rottura Ricci (17%) e Lombardi (5%).

«Insomma, non ci si annoia», dice scherzando Raineri, «in questi anni difficili e complessi, con un mercato e clienti che chiedono sempre di più pagando invece il 30-40% in meno. Tante società di consulenza in comunicazione soffrono, le agenzie straniere stanno quasi scomparendo. Noi, tra Twister, la nostra società a Dubai, Power Emprise e Fluendo, siamo a 4 milioni di fatturato 2015. E crediamo di chiudere il 2016 confermando questi ricavi e recuperando efficienze di costi. Certo», prosegue Raineri, «perdiamo i budget di Lazard e Barclays, ma è un evento a impatto zero sui conti poiché i costi che se ne vanno erano più o meno analoghi. Abbiamo oltre 80 clienti, una buona leadership nelle pr finanziarie, andiamo bene nel settore consumer e stiamo vincendo alcune gare portando a casa nuovi budget. A Dubai, inoltre, abbiamo conquistato clienti come De Longhi, Mapei, Kenwood, La Perla. E dal 1° luglio arriverà in Twister il sostituto di Caracausi».

ItaliaOggi