L’assessore Piazza: “La struttura non è certificata” Per almeno due settimane grossisti senza sede
Oggi scatta la chiusura del mercato del pesce di piazza Cavour – ed è in corso dalla notte un blocco da parte degli operatori – e l’assessore regionale all’Agricoltura e alla Pesca, Stefano Mai, lancia l’idea di aprire l’area della Fiera in attesa che sia disponibile il mercato di Ca’ De Pitta, individuato dal Comune come soluzione alternativa allo storico edificio vicino all’Expò. «Ben vengano tutte le soluzioni – risponde l’assessore comunale allo sviluppo economico, Emanuele Piazza – il problema è che parliamo di un mercato, serve il marchio Cee e ci vogliono da una a due settimane per ottenerlo, e questo vale anche per le aree della Fiera, dove oltre tutto non c’è una piattaforma con frigoriferi che invece è già disponile a Ca’ De Pitta».
Grossisti e dettaglianti hanno fermato il traffico a Cavour nelle due direzioni e stanno per dirigersi in corteo in Prefettura per chiedere la sospensione della delibera con l quale si definisce la chiusura del Mercato in attesa di una nuova sistemazione.
Allo stato attuale sembra quindi senza soluzione il pasticcio del Mercato del pesce, con i grossisti ovviamente furibondi che rischiano di perdere settimane di lavoro. Alcuni si stanno organizzando infatti per vendere presso i loro magazzini, ma molti si trovano fuori Genova o non ci sono e per questi ad oggi non ci sono ancora risposte.
Tutto nasce dai problemi della storica struttura di piazza Cavour, gli uffici tecnici comunali hanno evidenziato uno stato di degrado della soletta con il rischio di peggioramento a causa di infiltrazioni d’acqua, mentre le ispezioni dei Vigili del fuoco e del dipartimento prevenzione della Asl 3 genovese hanno rilevato numerose criticità per la sicurezza in particolare per l’impianto elettrico, per le celle frigorifere e per l’impianto idrico.
Al Mercato del pesce è successo così quello che era accaduto l’anno scorso a Scarpino: tutti sapevano da anni che i problemi c’erano, ma a forza di rinviare si è arrivati alle ordinanze di chiusura e a dover trovare soluzioni alternative da un giorno all’altro.
«Insieme all’assessore allo Sviluppo economico Rixi – dice l’assessore regionale Stefano Mai – come Regione Liguria siamo disponibili a confrontarci con il Comune e con le associazioni del comparto ittico per trovare al più presto una soluzione tampone, che sventi il rischio di lasciare senza una sede, per un mese almeno, gli operatori all’ingrosso e al dettaglio sfrattati dal mercato del pesce di piazza Cavour a Genova. Potrebbe essere valutata, da parte del Comune, la possibilità di trasferire il mercato nelle aree della Fiera di Genova, mantenendo così la vicinanza e il legame con il mare che il mercato non può perdere».
Oggi per altro i tecnici comunali faranno un sopralluogo a Ca’ de Pitta per accelerare il più possibile i tempi di apertura della struttura e cercheranno anche di trovare un’alternativa, per questo periodo intermedio almeno per i grossisti che non hanno magazzini o che li hanno fuori Genova.
Intanto i grossisti, 12 che lavorano nella storica sede del Porto Antico, questa mattina alle 7 si incontrano davanti al mercato con tutti gli operatori della filiera, pescatori e venditori al dettaglio, per decidere cosa fare. La crisi del mercato rischia di ripercuotersi infatti non solo sui grossisti e sui venditori al dettaglio, ma anche sui pescatori. «Sono anni che si parla dei problemi e della fatiscenza della struttura – attacca Daniela Borriello, responsabile regionale Coldiretti Impresa Pesca, membro della commissione del mercato ittico di Genova – ma senza trovare reali soluzioni. Non si può, così all’improvviso, chiudere il mercato per diverse settimane, visto che il nuovo sito, individuato a Ca’ de Pitta, non è ancora pronto.
C’è il rischio reale per i nostri produttori, che il loro pescato non venga ritirato dai grossisti perchè impossibilitati poi a vendere il prodotto, anche perchè la soluzione alternativa sarebbe vendere presso i loro magazzini ma molti, o li hanno fuori Genova o addirittura non li hanno. Di conseguenza – prosegue la Borriello – anche noi ci uniamo alle manifestazioni di disagio per questa situazione che coinvolge di riflesso i nostri pescatori».
di NADIA CAMPINI e VALENTINA EVELLI, La Repubblica