“Siamo totalmente disponibili a qualsiasi collaborazione o dialogo con Telecom a livello della rete ma non commerciale per evitare duplicazioni o sovrapposizioni” nello sviluppodella banda ultralarga: “non ci mettiamo a fare servizio di telefonia”. Ad affermarlo è l’ad di Enel, Francesco Starace, rispondendo agli azionisti nel corso dell’Assemblea.
Sul caso di Perugia dove potrebbe essere presente sia Telecom che Enel Open Fiber, sottolinea Starace, “non so se ci saranno due bande larghe. Vedremo”. L’Enel punta a sviluppare la banda ultralarga nelle “aree a successo di mercato e ad aspettare quelle a fallimento di mercato in cui il rischio di duplicazioni non c’è”, sottolinea l’ad di Enel. “Non siamo preoccupati che Eni investa nelle rinnovabili anzi siamo contenti che altri seguono questa strada”, ha aggiunto Starace. Su questo tema “ci sono spazi di crescita immensi” nelle rinnovabili “e quindi non vedo un rischio di sovrapposizione”. “Siamo contenti del fatto che sempre più aziende optino per le rinnovabili. Ci conforta sulla scelta che abbiamo fatto tempo fa”, sottolinea Starace. Comunque, aggiunge l’ad di Enel, “pensiamo che ci siano anche spazi di collaborazione con Eni in posti all’estero dove si possano fare sinergie”. Nel pomeriggio Starace aveva già detto che l’attività di Enel nello sviluppo della banda ultralarga “può diventare strategica”. Nel corso del suo intervento all’Assemblea degli azionisti, infatti, l’ad del gruppo ha detto: ”abbiamo deciso di mettere a disposizione la rete elettrica a tutti gli operatori interessati. E’ per questo che lo scorso dicembre abbiamo creato Enel Open Fiber, una società per realizzare la rete tlc a banda ultra larga sia nelle aree a fallimento di mercato sia in quelle non a fallimento”.
Una rete, ha aggiunto il manager, secondo quanto riporta AdnKronos, “che sarà in modalità Ftth e che quindi arriverà nelle case e non in cabina” e “che gestiremo”. Ovviamente, ha specificato poi, “ci sarà un diritto di accesso all’ingresso, a condizioni eque, agli operatori in cambio di un canone”.
Questa attività “può diventare strategica. Vogliamo diventare bravi, imparare il know how e replicarlo altrove in cui abbiamo la proprietà della rete e nei paesi in cui sarà possibile”.
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