Il patron della Tod’s sarà socio del Corsera anche se il controllo andrà all’offerta concorrente. Cairo: non so chi vincerà ma mi sento di combattere
«Non sono venditore, mai», anche se Cairo dovesse riuscire a ottenere il controllo di Rcs attraverso la sua ops. È questa la presa di posizione di Diego Della Valle che ieri ha aggiunto: Cairo «ha fatto benissimo a fare l’offerta», come del resto il suo advisor «Banca Imi ha fatto altrettanto bene a sostenerla».
Le due proposte «non sono una questione di buoni contro cattivi o di grandi contro piccoli» e «se ci fosse stata una cordata allargata con Cairo sarebbe stato meglio».
A margine di un evento dedicato al lusso, il patron della Tod’s (impegnato con Mediobanca, Pirelli e UnipolSai in un’opa lanciata da Investindustrial per contrastare l’ops proposta qualche settimana prima da Cairo) ha sottolineato che l’aspetto più importante della sfida è che «per la prima volta nella sua storia ultra-secolare c’è un’operazione di mercato sulla Rizzoli». Non solo ma, sempre secondo l’imprenditore marchigiano, «per anni sono stato nel board di Rcs, dove venivano assunte le decisioni, ma se devo dire che ho toccato palla spesso, direi proprio di no. In realtà, alcune faccende si decidevano fuori da quelle stanze. Prima si facevano le cose sotto il tavolo, ora si fanno con un assegno sul tavolo». Infatti, a proposito della cordata a cui prende parte, Della Valle ha spiegato che si tratta di «un’operazione di mercato pura, condotta da uomini che devono fare i conti: Andrea Bonomi entra infatti con un fondo e quindi deve fare i conti, come del resto questa volta farà anche il mercato».
«Chi vincerà, io non lo so ma mi sento di combattere», ha invece controribattuto sempre ieri Urbano Cairo, editore di La7 e di diversi magazine, a margine dell’assemblea di Confindustria. «Aspettiamo che la Consob ci dia l’autorizzazione, poi lavoreremo per spiegare la nostra offerta e racconteremo bene quello che faremo per Rizzoli».
A giudizio di Cairo, la sua offerta pubblica di scambio (ops) «è diversa da quella degli altri, loro offrono solo 0,70, noi chiediamo di cambiare azioni Cairo che valgono come cassa. Le azioni hanno un valore e sono sottovalutate». A chi gli chiedeva se pensa di rimanere azionista di Rcs nel caso in cui a vincere sia il fronte opposto, Cairo ha risposto: «Non lo so ci devo pensare».
Comunque sia, la partita per il controllo del gruppo che pubblica il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport rimane completamente aperta. Solo ieri, indiscrezioni di stampa hanno ipotizzato la discesa in campo di imprenditori che non appartengono a nessuna delle due cordate. Peraltro ieri il titolo Rcs ha chiuso al rialzo del 3% a quota 0,755 euro, segnale che il mercato «continua a scommettere su un rilancio o sull’entrata di nuovi player nella competizione. Restiamo tatticamente positivi sul titolo», hanno fatto sapere da Banca Akros.
Italia Oggi