Prezzo di emissione delle nuove azioni a 4,39 euro
Per l’assalto alla Rcs del Corriere della Sera a Urbano Cairo potranno servire fino a 274,9 milioni di euro. Il suo gruppo editoriale di magazine e canali tv con La7 ha fissato infatti il prezzo unitario di emissione delle nuove azioni a 4,39 euro, per un massimo di circa 62,6 milioni di azioni post aumento di capitale, secondo quanto emerge dalla relazione illustrativa predisposta per l’assemblea straordinaria del prossimo 12 maggio 2016, che ha all’ordine del giorno la sola approvazione dell’aumento. Dell’importo massimo di 274,9 milioni circa, in caso di adesione completa alla ricapitalizzazione, 3,3 milioni saranno imputati a titolo di capitale sociale (oggi intorno ai 4 milioni di euro) e i restanti 271,6 milioni a titolo di sovrapprezzo. Dal punto di vista delle quote in mano agli attuali soci della Cairo Communication, la ricapitalizzazione comporterà una diluizione fino al 44,42% delle loro azioni. Oggi fanno parte della compagine, secondo quanto riportato dal sito web della società, lo stesso editore con una quota complessiva del 72,9%, il fondo Invesco al 2% e altri azionisti con quote singole sotto il 2%, per un peso complessivo del 25,1%. Cairo potrebbe scendere quindi fino a qualche punto sopra il 40%. L’aumento di capitale per ottenere il controllo di Rcs (o almeno il 50%+1) sarà aperto fino al 31 dicembre prossimo e potrà avvenire in più tranche. Quindi, il capitale sociale crescerà man mano che verrà sottoscritto l’aumento e, se non ci sarà un’adesione completa, il suo importo sarà limitato a quanto effettivamente raccolto. La relazione illustrativa prevede, comunque, possibili modifiche «in relazione ai risultati dell’offerta». Da un punto di vista fiscale, in particolare, l’operazione non avrà ripercussioni sulla Cairo Communication, non rientrando sotto la giurisdizione della cosiddetta Tobin tax sulle transazioni finanziarie. Avendo fissato il prezzo di emissione delle nuove azioni (pari a 4,39 euro di cui 0,052 euro di nominale e 4,338 a titolo di sovrapprezzo), il documento della Cairo Communication depositato ieri affronta anche il nodo della querelle che ha coinvolto, più recentemente in questi giorni, l’editore piemontese e i soci di via Rizzoli che hanno bollato come non congruo il valore unitario attribuito alle azioni Rcs (0,527 euro). Stesso disco rosso acceso, peraltro, dal cda presieduto da Maurizio Costa e guidato dall’a.d. Laura Cioli. Nel dettaglio, la relazione ripercorre la metodologia e i parametri considerati per determinare il rapporto di scambio a 0,12 azioni Cairo per ognuna di Rcs. Come? Innanzittutto è stato «privilegiato il principio di omogeneità relativa e confrontabilità dei criteri di valutazione applicati». Quindi, precisa il documento, «le valutazioni presentate assumono significato nel loro profilo relativo», considerando anche le difficoltà e le limitazioni come il non aver svolto una due diligence su Rcs, la pubblicazione del suo piano triennale «solo in forma sintetica» e dati finanziari che «fanno riferimento a metriche reddittuali e finanziarie rettificate per oneri non ricorrenti che impattano in misura più che significativa sul valore delle metriche stesse». Il metodo principale usato è stato la valutazione delle quotazioni in Borsa coi rispetti target price pubblicati dagli analisti e i multipli di Borsa. Questi ultimi richiedono la creazione di un campione di riferimento con altre società, italiane e straniere. Ed è così che tra Cairo Communication ed Rcs Mediagroup sono state chiamate in causa non solo le italiane Mondadori, gruppo L’Espresso ma anche e soprattutto colossi mondiale come la tedesca Axel Springer, New York Times company, la spagnola Prisa e la britannica Trinity Mirror. Ieri il titolo della Cairo Communication ha chiuso la giornata in Borsa giù dell’1,8% a 4,9 euro.
ItaliaOggi