Licenziato perché ha detto la verità il portavoce del nuovo aeroporto di Berlino, la cui apertura viene di continuo rinviata, e la cui data di inaugurazione è sempre incerta. Un nuovo passo falso per l’informazione in Germania. Già nel 2014, la Unwort, la non parola dell’anno, fu Lügenpresse, stampa bugiarda. Poi la notte di violenze da parte di giovani arabi, a San Silvestro, a Colonia, censurata fin al 5 gennaio, ha provocato un ulteriore crollo di credibilità. Dal 75%, al 48. Quotidiani e tv non sono più ritenuti credibili. I portavoce hanno un difficile compito, devono fornire materiale ai colleghi per scrivere un pezzo, ma non devono tradire la fiducia del loro datore di lavoro. I più bravi riescono a raccontare bene il nulla. Ma soprattutto non devono mentire troppo se si vuol continuare ad essere ascoltati. Tutti vorrebbero avere a che fare con Daniel Abbou, 45 anni, sprecher dell’aeroporto della metropoli battezzato Willy Brandt, appena dal dicembre scorso, ma con una stimabile carriera alle spalle: «Ritengo che i cittadini abbiano diritto a conoscere la verità», ha dichiarato in un’intervista al Pr Magazin di aprile. «L’aeroporto dovrebbe essere inaugurato entro il 2017, ma se così non dovesse essere, lo comunicherò subito. In questo cantiere nulla è mai sicuro». Lo scalo doveva essere aperto nel giugno del 2013, ma l’inaugurazione venne annullata appena venti giorni prima della data prevista. Da allora si è passato di rinvio in rinvio. «Prima si è sempre detto: tutto va per il meglio. Una stronzata», ha aggiunto, «io non posso mentire se sono state compiute porcherie». E ancora: «Nessun politico, nessun direttore dello scalo e nessuno che non sia un drogato può darvi una garanzia assoluta». E come se non bastasse: «Io non ho alcun interesse a nascondere quel che i sindaci di Berlino, o i direttori dei lavori, hanno combinato. I cittadini hanno il diritto di sapere come i loro miliardi di euro sono stati sprecati». Perché tentare di censurare? «Tanto prima o poi viene tutto alla luce». Karsten Mühlenfeld, il direttore dei lavori, non ha perso tempo: Abbou è stato sospeso su due piedi, e in settimana arriverà il licenziamento ufficiale. Il sindaco di Berlino, il socialdemocratico Michael Müller, preferisce non prendere posizione: è lui ufficialmente il responsabile del nuovo aeroporto, ma ha detto che la «questione è un problema interno, se Mühlenfeld ha perduto la fiducia nel suo portavoce tocca a lui decidere». Il deputato dei verdi Andreas Otto è intervenuto in difesa di Abbou: «Ha fatto bene a parlar chiaro dopo anni di silenzio e di menzogne. Non è concepibile che vengano punite trasparenza e sincerità». E Abbou è finito in prima pagina sui giornali di Berlino.
Roberto Giardina, ItaliaOggi