Gli azzurri a caccia di conferme dopo il buon pareggio di Udine contro la Spagna. Il c.t. si affida al tridente Bernardeschi-Zaza-Insigne, tedeschi senza Neuer e Muller
MONACO C’è Germania-Italia (martedì, 20.45 diretta Rai1) ma è sempre la cerimonia degli addii di Antonio Conte a tenere banco, con toni ancora più enfatici dopo il buon pareggio di Udine contro la Spagna (1-1): «Quando entro in una squadra instauro un rapporto molto forte coi calciatori sotto tutti i punti di vista — dice il c.t. che a fine Europeo andrà al Chelsea ma non può ancora comunicare la sua destinazione —. Quando accade che ti allontani ti rimane una ferita nel cuore, è inevitabile. Staccarsi è difficile e non è indolore».
Tedeschi arrabbiati
Non è indolore nemmeno il ritorno degli juventini sul luogo del delitto, meno di due settimane dopo la clamorosa eliminazione dalla Champions, qui all’Allianz contro il Bayern Monaco di Muller e Neuer (che non giocheranno) e di Goetze, che Guardiola ha messo ai margini ma torna titolare in Nazionale: «La sconfitta della Germania sabato scorso contro l’Inghilterra non ci favorisce perché troveremo un avversario arrabbiato — osserva Conte, che lancia dal primo minuto il tridente Bernardeschi, Zaza, Insigne — ma è meglio così perché queste ultime amichevoli servono per testarci e vedere a che punto siamo. Aspetto risposte da alcuni ragazzi con poca esperienza internazionale. Come contro la Spagna cercheremo di fare la nostra partita, con grande rispetto, ma senza paura».
Una squadra vera
Gli elogi di Conte al suo gruppo («I ragazzi sono delle spugne»; «non siamo una selezione ma una squadra») sono sempre più numerosi. E Bonucci rilancia: «Sapevamo che alla base di questo progetto c’erano lavoro e idee ed è normale che chi viene in Nazionale sia contento perché è favorito nell’inserirsi. Siamo una squadra con meno talento, ma con più idee e massima disponibilità da parte nostra. Anche chi verrò dopo Conte dovrà essere scelto in base a questi due anni, con un’idea di gioco da squadra, non solo da Nazionale».
Un passato dimenticato
Eppure l’Italia è pur sempre vice campione d’Europa. Il fallimento Mondiale, oltre ad aver affossato l’ex c.t. Cesare Prandelli, sarà servito a far maturare il gruppo azzurro? «In Brasile ognuno di noi ha messo qualcosa in meno — ammette Bonucci — e da quel fallimento tutti abbiamo dovuto crescere, nella mentalità e nel gioco». Anche Conte ci tiene a difendere il suo predecessore: «Prandelli ha fatto un grandissimo lavoro. Le vittorie e i fallimenti sono di tutti. Non so cosa accadrà all’Europeo di Francia: ma qualsiasi cosa arrivi, sarà di tutti».
Corriere della Sera