Mediaset nei prossimi sei mesi dovrà decidere sul futuro della sua tv a pagamento. Tra meno di un anno la nuova asta sui diritti 2018-2021
Con la pubblicazione dei conti 2015 di Mediaset si è tutti intenti a capire se l’operazione Premium possa funzionare o meno, se abbia un senso pagare 220 milioni di euro all’anno per l’esclusiva assoluta sulla Champions league di calcio. In pochi, forse nessuno neppure a Cologno Monzese, hanno realmente una certezza sul tema, su una partita che sembra appena incominciata.
Ma invece la partita sta quasi per finire, poiché nel febbraio 2017, ovvero tra meno di un anno, ci sarà la nuova asta sui diritti Champions dal 2018 al 2021. Asta probabilmente al rialzo, che partirà dalla base dei 660 milioni triennali pagati dal Biscione. E, al netto degli scenari di possibili alleanze di respiro europeo con Vivendi, sarà un’asta derimente: Premium, nel giro dei prossimi sei mesi, dovrà decidere se insistere, investire, proseguire la sua operazione pay. Ma, stavolta, potrebbe anche perdere la gara, vedere i diritti tv scivolare verso altri broadcaster. E, tra meno di un anno, si ritroverebbe in mano una pay tv con un valore strategico già ridimensionato.
Ci sono un po’ di dati certi da cui partire: nel 2015 Premium ha avuto ricavi da abbonamenti e da card prepagate pari a 558,8 milioni di euro (in crescita di 20 mln di euro sul 2014), cui sommare circa 100 milioni di raccolta pubblicitaria sui canali pay. Ha chiuso il 2015 con circa 1,9 milioni di abbonati, che poi sono saliti fino agli attuali 2,01 milioni. Nel 2016, come raccontato da Marco Giordani, cfo di Mediaset, si dispiegheranno completamente gli effetti della crescita abbonati, della crescita dell’arpu e del netto calo del tasso di abbandono (-25%), con una previsione di ricavi da abbonamenti Premium e prepagate per 700 milioni di euro, cui sommare circa 105 milioni di euro di pubblicità. Insomma, una struttura pari a circa 800 milioni di ricavi, che vorrebbe chiudere il 2016 in pareggio nonostante la Serie A di calcio (più diritti ancillari) da sola costi a Mediaset circa 387 milioni di euro all’anno, e la Champions league altri 220 mln all’anno, per un totale di circa 607 milioni. Cui, ovviamente, aggiungere i costi dei diritti dei film, delle serie tv e degli altri contenuti trasmessi dalla pay tv.
Gli abbonati, che, almeno come numero assoluto, sono già cresciuti di 300 mila unità dal luglio 2015, quando erano 1,7 mln, dovrebbero arrivare a quota 2,2 milioni entro fine 2016. L’arpu (i ricavi medi per abbonato) di Premium, quindi, potrebbe attestarsi a una media attorno ai 26,5 euro.
Certo, va detto che il Biscione ha anche incrociato un periodo non fortunatissimo per le squadre italiane in Champions e relativi bacini di tifosi e quindi di potenziali clienti: la Juventus c’è sempre, ma mancano i team di Milano, la città più ricca d’Italia, quella che da sola avrebbe potuto dare un bel traino agli abbonamenti per vedere Inter e Milan nel torneo continentale più prestigioso. Nel 2015-2016 si sono qualificate solo Juve e Roma, eliminate poi agli ottavi, e Lazio, fuori addirittura nei preliminari. Nel 2016-2017 accederanno certamente la Juve, e poi, con tutta probabilità, Napoli e Roma.
Italia Oggi