Istat: “Crescita moderata”. In ripresa l’occupazione con gli sgravi contributivi

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I consumi trainano il Pil, buy ma nell’ultima parte dell’anno sono risultati in frenata. Il lavoro mostra segnali di ripresa: gli sgravi contributivi, sildenafil anche se ridotti, fanno meglio del contratto a tutele crescenti

contratti lavoroCrescita moderata. Nel primo trimestre dell’anno, come negli ultimi tre mesi del 2015: “In un quadro di indebolimento della ripresa globale – scrive l’Istat nella nota mensile sull’andamento dell’economia -, l’Italia è attesa evolversi a ritmi moderati anche nel primo trimestre del 2016”. Secondo l’istituto di Statistica i “segnali positivi provengono dal settore dei servizi e dalle costruzioni a fronte di una dinamica meno favorevole nell’industria. Gli ultimi dati”, si legge nella nota, “mostrano un miglioramento dell’occupazione, soprattutto quella a tempo indeterminato, favorita anche dai provvedimenti di sostegno alle assunzioni, mentre l’inflazione si è riportata in territorio negativo”. Sul fronte del lavoro, l’Istat cita gli effetti positivi del Jobs Act con il contratto a tutele crescente, anche se la ripresa dell’occupazione è soprattutto dovuta agli sgravi fiscali per le nuove assunzioni inseriti nella legge di Stabilità 2015 e confermati – seppure in misura ridotta del 40% – per il 2016. Positivi anche i consumi, al netto, però del rallentamento registrato a dicembre. In particolare, la variazione congiunturale del Pil reale attesa per il primo trimestre è lievemente positiva (+0,1%), con un intervallo di confidenza compreso tra -0,1% e +0,3%. All’incremento del Pil, rileva l’Istat, contribuirebbero positivamente i consumi privati, a fronte di un apporto negativo della domanda estera netta e dei consumi pubblici mentre la dinamica degli investimenti (al lordo delle scorte) risulterebbe sostanzialmente piatta. In questo scenario, la crescita acquisita per il 2016 (quella che si avrebbe in assenza di variazioni per il resto dell’anno) è pari allo 0,4%. A preoccupare è soprattutto l’indebolimento della ripresa globale: al rallentamento della Cina e dei paesi emergenti e alla caduta delle quotazioni delle materie prime si sono sovrapposte le crescenti turbolenze sui mercati finanziari. Negli Stati Uniti, la crescita del Pil nel quarto trimestre è stata rivista al rialzo (da 0,7% a 1% la variazione congiunturale su base annua), confermando comunque la decisa decelerazione nella seconda metà del 2015, ma dopo una riduzione negli ultimi tre mesi dell’anno scorso, la produzione industriale ha segnato un rimbalzo in gennaio (+0,9% su base congiunturale). E anche il mercato del lavoro rimane solido. Più complessa la situazione all’interno dell’Eurozona dove il Pil ha registrato una crescita per il quarto trimestre dello 0,3% su base congiunturale: un dato linea con gli andamenti precendenti, ma che ha messo in evidenza una “significativa decelarazione”. In particolare, a dicembre la produzione industriale della zona euro ha segnato una nuova flessione con un calo anche delle esportazioni.

La Repubblica