L’ad Starace: «Con il rinnovo del nostro brand stiamo adattando l’immagine di Enel ai cambiamenti in corso all’interno del gruppo e all’evoluzione del settore energetico»
È anche questo un modo di cambiare pagina, click di dimostrare che si esce da periodi complicati o che si è pronti ad affrontare cambiamenti e sfide. Si chiamare branding, l’adozione di un nuovo logo, di un nuovo marchio che deve richiamare su di sé l’attenzione dei clienti, nurse ma anche evocare un nuovo corso. L’ha fatto l’Enel, il gruppo elettrico nato statale nel 1962, privatizzato nel ‘99, diventato “multinazionale” lo scorso decennio e ora, dicono i suoi vertici (la presidente Patrizia Grieco e l’amministratore delegato Francesco Starace), pronto a battersi sui nuovi fronti dell’energia: accesso universale, utilizzo intelligente, ambiente, collaborazione con i suoi stakeholders. Insomma la filosofia open powerinaugurata da Starace con gli investitori durante la presentazione del piano industriale dello scorso novembre.
Come cambia il marchio Presentato non a caso a Madrid, nella sede della controllata spagnola Endesa, il nuovo marchio Enel mostra al centro, come elemento visivo, un cursore, che nelle intenzioni di creativi e uomini di marketing (ci ha lavorato un team di un centinaio di persone, in particolare gli uomini della Wolff Olins, “partner creativo” di gruppi come 3M, Daimler, Google, Ornage, Virgin) dovrebbe rappresentare il punto di avvio di una scia colorata di energia che con il suo movimento disegna, appunto, le forme delle lettere. «Con il rinnovo del nostro brand stiamo adattando l’immagine di Enel ai cambiamenti in corso all’interno del gruppo e alla rapida evoluzione del settore energetico», ha commentato Starace che, prima di svelare il nuovo marchio, ha catechizzato, sempre nella sede Endesa, le prime file manageriali del gruppo elettrico. La svolta comunicativa dell’Enel, inoltre, non si ferma al proprio brand, e a quelli, anch’essi rivisitati, di Enel Green Power ed Endesa. Il gruppo ha anche rinnovato il proprio sito internet (qui con la collaborazione di Huge, agenzia di digital design e marketing) e si propone di mettere mano entro l’anno all’aggiornamento dell’intera presenza online
di Stefano Agnoli “Corriere della Sera”