
La proposta modesta (purtroppo anche una speranza, un’aspettativa esagerata) è questa: che ciascuno ritorni al proprio posto e rispetti il proprio ruolo, evitando di intervenire in ambiti non pertinenti. Un obiettivo difficile da raggiungere in Italia, dove ciascuno si sente autorizzato a esprimere opinioni su tutto e tutti. Anche io, nel mio lavoro, ne sono consapevole.
ASPETTATIVE / 2. MANCINI-SARRI, NON CHIAMATEMI CERCHIOBOTTISTA…
Confidando che non mi consideriate un cerchiobottista, cerco di ordinare alcune riflessioni sul caos scatenato dalla disputa tra Sarri e Mancini. Il fatto è noto: Sarri, allenatore del Napoli, ha inveito contro Mancini, definendolo “frocio” e “finocchio”. Ecco cosa penso: 1. Le parole usate da Sarri sono inaccettabili e violente, soprattutto non sono adeguate per un allenatore di calcio, che dovrebbe fornire un esempio positivo. 2. Trovo irritante l’enfasi critica: non capisco perché “finocchio” debba essere considerato un insulto più grave di stronzo, merda, figlio di puttana, puttaniere, ladro, drogato… – insulti che volano abitualmente nei campi di calcio, e non solo. 3. Mancini ha fatto bene a denunciare l’aggressione verbale: detesto censure, reticenze e omertà. L’aspettativa, sempre insidiosa e utopistica, è che si possa avviare una stagione di ripristino di norme comportamentali corrette. Ma non credo che accadrà. I regolamenti prevedono sanzioni. Sarri si è scusato ripetutamente e io scrivo prima di avere notizie ufficiali: una squalifica di tre giornate mi sembrerebbe equa.
ASPETTATIVE / 3. MANCINI-SARRI, ALTRI ASPETTI
Ma perché è scoppiato tutto questo caos? Cosa c’è alla base del veemente sfogo di Sarri? Avanzo due ipotesi, nessuna delle quali esclude l’altra. La prima: Sarri era stato accolto a Napoli con qualche diffidenza, giungendo dalla provincia a un grande club. Gli esordi erano stati deludenti, poi tutto si era risollevato. L’allenatore era molto apprezzato per la sua sobrietà e autoironia. Ma forse aveva trattenuto tutto dentro e, alla prima difficoltà (una partita sbagliata con l’Inter, l’eliminazione dalla Coppa Italia), non è riuscito a mantenere il controllo ed è esploso, oltre i suoi limiti. La seconda ipotesi: forse Sarri provava una certa antipatia verso Mancini. Niente di personale, è l’antipatia che caratterizza gli allenatori provenienti da esperienze umili nei confronti di quelli che sembrano privilegiati. In altre parole, Sarri condivide sentimenti simili a quelli di Gasperini, Ventura, Guidolin, Pioli, Gianpaolo e molti altri, nei confronti di figure come Mancini, Vialli, e forse anche Allegri, Seedorf, Inzaghi, che sono saliti alla guida di grandi club quasi improvvisamente, senza un adeguato percorso formativo.