Anche la stampa britannica soffre i cali della pubblicità e persino un totem dell’informazione globale come il Guardian deve tagliare posti di lavoro. La causa scatenante è l’aver bruciato l’anno scorso 70 milioni di sterline di cassa (circa 91 mln di euro), la conseguenza è adesso un piano triennale di risparmi da 50 milioni di sterline (quasi 65 mln di euro). A marzo, comunque, si chiuderà l’esercizio fiscale del quotidiano e si avranno dati puntuali ma le stime prevedono una perdita operativa pre oneri non ricorrenti pari a 50 milioni di sterline (65 mln di euro), al rialzo dai precedenti 45 milioni. Il Guardian non è l’unico giornale di Sua Maestà a tirare la cinghia: sono in difficoltà anche il Daily Mail e il Daily Mirror (ma quest’ultimo sta valutando di risollevarsi con un nuovo quotidiano low cost, al prezzo di 20 penny, meno di 30 centesimi di euro). La questione è seria se anche il Guardian deve fare attenzione ai soldi, perché ha alle spalle un fondo d’investimento da oltre 800 mln di sterline (più di un mld di euro). Eppure, «le perdite stanno andando oltre la sostenibilità», ha dichiarato il ceo David Pemsel.
di Marco A. Capisani “Italia Oggi”