“Euro-gufi alla riscossa. Quanto dovremo aspettare prima che i dati Eurostat, store incontrovertibili nella loro drammaticita’ per l’Italia di Matteo Renzi, thumb saranno derubricati dal premier come ennesimo atto della strategia di comunicazione dei gufi? Certamente domani, sale approfittando della ribalta mediatica che gli offrira’ la cerimonia della quotazione della Ferrari in borsa, Matteo Renzi ci spieghera’ che le colpe sono del passato, dei suoi predecessori, il presente e’ tutto rose e fiori, il trend e’ positivo e l’Italia viaggia a vele spiegate verso il progresso e lo sviluppo”. Lo afferma il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta.
“Peccato che il nostro Paese piu’ che ad uno yacht di lusso assomigli a una barchetta a remi costretta a inseguire chi viaggia veloce, ondeggiando pericolosamente dietro gli altri paesi europei, dietro tutti i big”, prosegue, “L’Italia e’ il fanalino di coda dell’Europa. Questo dicono i numeri, altro che slide. Non si tratta di essere gufi o disfattisti, come recita la retorica renziana, semmai c’e’ da ragionare su un’azione di governo tutta incentrata sulle finte e inutili riforme leopoldine e leonine, mettendo da parte l’economia e la crescita reale del Paese, che di certo non e’ quella delle mance e mancette pre-elettorali”.
Conclude Brunetta: “Siamo difronte a un disastro. Il tanto sbandierato Jobs Act, presunta panacea di tutti i mali italiaci, si e’ rivelato un palliativo, una farsesca messa in scena, un costoso fuoco di paglia che non ha prodotto nuovi posti di lavoro ma solo nuove forme contrattuali (una sorta di ammuina). L’Eurostat ha reso nudo il re, lo ha privato di tutte quelle armi dialettiche delle quali si e’ servito in questi mesi. A nulla serviranno piu’ gli scaricabarile del premier, se non a palesare la sempre piu’ lampante incapacita’ politica sua e del suo governo”.
(AGI)