Beppe Marotta, ospite ieri sera del Processo del lunedì, ha dato un chiaro ultimatum a Massimiliano Allegri: “E’ nel Dna Juve lottare sempre per il massimo. Qualora non vincesse, Allegri rischierebbe il posto? Una società come la nostra deve rispettare quello che è un piano, anche industriale e, dunque, arrivare sicuramente nei primi tre, quindi almeno qualificarsi per la Champions League. La conquista di un posto in Champions salvaguarderebbe l’allenatore? E’ l’obiettivo minimo che dobbiamo raggiungere”, tradotto qualificarsi almeno per la Champions per salvare la panchina, la faccia e le casse della vecchia Signora.
Sembra assurdo mettere in dubbio lo stesso allenatore che meno di sei mesi fa è riuscito a portare la squadra sul tetto d’Europa giocandosi la finale .di Champions ed a far vincere il suo trentunesimo scudetto.
La supremazia dei bianconeri sembra essere finita, grazie anche ai molti nuovi, e soprattutto giovani, acquisti che sono stati fatti e a giocatori preziosissimi (citofonare Pirlo) che sono dovuti andare a giocare in altre squadre.
Proprio qualche giorno fa il presidente Agnelli aveva dichiarato che i punti sono pochi rispetto agli investimenti fatti.
La nuova Juve deve avere il tempo di maturare una nuova personalità ed identità, possibilmente, e la cosa sembra già avvenire, senza quei fastidiosissimi episodi si sudditanza psicologica dei direttori di gara.