(Corriere) Deboli le azioni ordinarie, in discesa dello 0,75% dopo essere cadute del 3% a inizio di seduta. La mossa decisa a sorpresa durante il consiglio di giovedì durato oltre 8 ore. Partenza debole per Telecom Italia a Piazza Affari all’indomani dell’annuncio delle azioni risparmio in ordinarie e della pubblicazione dei conti dei primi nove mesi. I titoli sono arrivati a perdere oltre il 3% per poi recuperare e segnare un calo dello 0,75%, attestandosi a 1,18 euro. Volano invece in avanti le azioni di risparmio: salgono del 6,4% a 1,04 euro, allineandosi ai concambi offerti (al momento sono leggermente al di sotto: considerando il concambio esprimono un prezzo teorico delle ordinarie di 1, 13). Il gruppo di tlc continua a rimanere sotto la lente a Piazza Affari, dopo che il cda, durato oltre 8 ore, ha varato a sorpresa l’operazione straordinaria di convertire le risparmio in ordinarie. Mossa che, secondo le indiscrezioni, e’ stata proposta dal presidente, Giuseppe Recchi, e ha messo all’angolo l’ad, Marco Patuano.
L’operazione provocherà una diluizione dei soci francesi e porterà liquidità nelle casse della societa’. In effetti per aderire alla conversione, che comunque dovrà essere approvata dall’assemblea convocata a metà dicembre, gli azionisti di risparmio dovranno pagare 9,5 centesimi. Comunque è prevista la conversione obbligatoria al termine del periodo per l’esercizio della conversione facoltativa, con un rapporto di 0,87 azioni ordinarie per ciascuna risparmio, senza il pagamento di alcun conguaglio e senza riduzione del capitale sociale. In pratica se saranno convertite tutte le azioni, Telecom Italia si troverà un tesoretto di 572 milioni di euro. Non solo. Siccome la conversione avverrà prima dello stacco del dividendo, Telecom secondo le previsioni degli analisti risparmierà circa 160 milioni di extra cedola da pagare alle risparmio.
La mossa potrebbe risultare anche difensiva nei confronti di eventuali scalate dal momento che diluisce di circa il 31% la posizione degli azionisti. Numeri alla mano, dunque, Vivendi, oggi al 20,3% del capitale, scivolerà attorno al 14%, mentre Xavier Niel, oggi al 10,1% se non si considera i suoi equity swap (altrimenti ha una posizione pari al 15,1%) si porterà attorno al 7%. E’ tuttavia da vedere se Vivendi e Niel detengono anche azioni di risparmio nei loro portafogli. Sono inoltre da seguire le mosse dei due azionisti nelle prossime settimane.
La società di tlc ha chiuso i primi nove mesi con un fatturato in calo del 6,9% a 14,9 miliardi e un ebitda diminuito del 14,8% a 5,6 miliardi. L’utile del periodo è stato di 362 milioni contro i 985 dello stesso periodo del 2014. I conti sono in linea con le attese degli analisti, che comunque hanno apprezzato l’andamento in miglioramento del business in Italia. In effetti nel terzo trimestre 2015 il calo dei ricavi in Italia e’ stato dell’1,4%, mentre nel secondo trimestre era stato dell’1,6% e nel primo del 2,6%. In particolare i ricavi del Mobile nel terzo trimestre tornano in positivo con una crescita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno dell’1,5% (secondo trimestre: -2,2%; primo trimestre: -2%).