Di primo mattino, troche partendo in treno da Milano, Carlo Tavecchio è stato intercettato alla stazione Centrale da Valerio Staffelli. L’inviato di “Striscia la Notizia” ha consegnato il Tapiro d’Oro al presidente della Figc. Tutto nel giorno in cui, scappati i buoi, si cerca chi ha aperto la porta. Caccia al corvo in Federcalcio anche se sembra siano due vista l’indagine interna a via Allegri. Intanto il coro di chi ritiene Tavecchio inadeguato cresce. In tanti hanno fatto sentire il proprio dissenso. Lapo Elkann ha postato su Instagram la foto di Albertini spiegando che scegliendolo «non saremmo qui a difenderci dagli attacchi degli altri Paesi sui commenti disumani di Tavecchio». Ha detto la sua anche Ale Del Piero. «Tutti gli episodi non positivi che accadono nel mondo del calcio infastidiscono le persone che, come me, sono state mosse fin dall’inizio dalla passione per questo sport e che, al di là dei ruoli che ricoprono nella vita, più o meno attivi sul campo, dedicano sempre un’attenzione particolare», ha detto l’ex numero 10 bianconero ai microfoni di RTL 102.5. Critiche sono arrivate anche da Naor Gilon, ambasciatore d’Israele in Italia, che ha preso le distanze da Tavecchio. «Nessuno può dubitare che, come israeliano, ebreo e parte di un gruppo di minoranza – ha affermato – io possa minimamente accettare parole come quelle pronunciate dal presidente della Figc».
IL FUTURO A VIA ALLEGRI
Lo scenario che si presenta in Federcalcio oggi è quello di confusione e c’è chi intravede un inizio di campagna elettorale con gruppi contrapposti. Da una parte, quella che sostiene Tavecchio, c’è l’asse Galliani-Lotito. All’orizzonte si intravede Gabriele Gravina che a dicembre potrebbe diventare il numero 1 della Lega Pro, lega che, all’urna elettorale della Figc, pesa il 17%. Sarebbe, per Gravina ma anche per Francesco Ghirelli, pronto al rientro dopo essere stato messo da parte da direttore generale da Macalli, un primo passo per tentare la scalata a via Allegri. Tavecchio, al di là delle gaffe, da Opti Pobà all’ultima con Giacomini, nei suoi quattordici mesi alla Federcalcio ha varato importanti riforme, dalle licenze nazionali per le squadre (dopo il caso Parma), ai principi per le acquisizioni dei club. Tutto, però, vanificato, dalle sue parole ma anche dal suo libro “Ti presento il calcio”, lui stesso l’autore, fatto acquistare in 20 mila copie (107 mila euro) dalla Figc a Natale 2014.
(Il Messaggero)