In una lunga intervista a QS l’ex presidente del Bologna Giuseppe Gazzoni ha dichiarato la sua volontà di richiedere un risarcimento danni pari a 113 milioni e 628 mila euro, sale dopo la retrocessione e il conseguente default dovuto a Calciopoli avvenuti nel 2005; Gazzoni venne anche accusato di bancarotta fraudolenta ma è stato assolto in primo grado.
32 milioni richiesti da Victoria, la finanziaria a cui faceva capo il Bologna, 17 milioni di danni personali, 17 per il dissesto della finanziaria di famiglia (la GGF) e altri 15 per aver dovuto cedere a un solo euro, insieme al Bologna, anche la finanziaria che si occupava degli aspetti immobiliari legati allo sviluppo del club. A questi vanno aggiunti 13 milioni di svalutazione e 19 di interessi, queste nel dettaglio le cifre richieste alla Juventus, alla Fiorentina, a Moggi, a Giraudo, ai fratelli Della Valle, a Sandro Mencucci (amministratore della Fiorentina) e all’arbitro De Sactis.
Riassume così quello che avvenne: “Retrocedemmo con 42 punti e da allora nessuno è più andato in B neppure con 41. Può darsi che a noi si possano imputare delle colpe, ma sono tutte calcistiche. Qui, invece, si parla di squalifiche mirate, di punizioni ribaltate, di designazioni arbitrali pilotate. Pareva che fossi un visionario, finché la Cassazione ha finalmente ristabilito la verità. Per qualche tempo la situazione è stata surreale: esistevano i colpevoli ma non le vittime. Poi l’avvocato Catalanotti fu bravo a riammettere al processo le parti lese”. C’è da aggiungere che altre richieste di risarcimento sono arrivate dall’Atalanta, 68 milioni che arriverebbero a 90 con interessi e svalutazione, mentre Brescia e Lecce hanno trovato un accordo. Se le richieste venissero accolte ci troveremmo davanti ad assetti societari sconvolgenti che ridimensionerebbero acquisti e campionato.