Roma, Marino a un passo dall’addio. Lasciano il vicesindaco e gli assessori Esposito e Rossi Doria

Marinol sindaco valuta se lasciare l’incarico, dopo il pressing del suo partito. Fonti Pd: “E’ finita. Si va a casa”. Atteso il passo indietro del primo cittadino entro le 16, < altrimenti ci sarà la possibilità di sfiduciarlo in Aula. Ieri la decisione di restituire di tasca sua tutte le spese sostenute con la carta di credito

(di VALERIA FORGNONE, here VIOLA GIANNOLI e GIOVANNA VITALE, Repubblica) 

Ore decisive in Campidoglio. Ignazio Marino sarebbe in procinto di dimettersi. Intanto hanno lasciato il loro incarico il vicesindaco Marco Causi e gli assessori Stefano Esposito e Marco Rossi Doria: “Non sussistono pù le condizioni per andare avanti”, hanno detto i tre esponenti dell’esecutivo, ultime new entry dopo il rimpasto di luglio. Stesse parole pronunicate poco prima da Esposito a SkyTg24: “Penso che la situazione così com’è ci porterà inevitabilmente alla fine di questa amministrazione. Si è manifestato un quadro che non ci consente di andare avanti con autorevolezza. Chiunque arriverà a maggio troverà una situazione molto complicata per la bonifica della macchina amministrativa”. La fine dell’era Marino è ormai vicina e alcune fonti Pd in Campidoglio commentano: “E’ finita. Si va a casa”.

LA DIRETTA

Questa mattina, il sindaco si è chiuso nel suo studio insieme ai fedelissimi per stabilire il percorso di uscita. Che tutti gli hanno ormai consigliato. Poi il vertice tra Marino e gli assessori della sua Giunta, anche i presidenti dei municipi, in cui sarebbe trapelata la notizia che Marino sia pronto a ritirarsi. Ed è confermato l’incontro tra il commissario del Pd Matteo Orfini e il segretario SelPaolo Cento. Che hanno concordato questa linea: attendono un passo indietro del sindaco Ignazio Marino entro le 16, altrimenti all’ordine del giorno della loro riunione ci sarà la possibilità di sfiduciare in Aula il primo cittadino.

Dopo un vertice notturno a Palazzo Chigi, infatti, Matteo Renzi ha fatto sapere di non essere più disposto a tollerare la permanenza di Marino a Palazzo Senatorio un minuto di più. E Orfini lo ha subito comunicato al chirurgo dem dicendogli chiaramente che, nel caso avesse opposto resistenza, il Pd avrebbe ritirato i suoi assessori dalla giunta. In quel momento Marino ha capito che per lui era finita. In mattinata Carla Ruocco, esponente del direttorio M5s arrivando al Campidoglio per la seduta del Consiglio comunale, appena arrivata in piazza, aveva detto “gli assessori del Pd nella giunta Marino si sono dimessi. Il Pd ha fallito. La città deve tornare a votare”. Notizia smentita dall’assessore Esposito, che poi però ha formalizzato le sue dimissioni. In piazza del Campidoglio si alternano cori contro Marino intonati soprattutto da esponenti di ‘Noi con Salvini’ e Ncd che hanno esposto striscioni con la scritta: “Bye bye Marino #gameover”. Ma sono arrivati anche alcuni cittadini a sostegno del primo cittadino, che indossano t-shirt con la scritta ‘Marino resisti’ e ‘Io sto con Marino’. “Se avesse detto il falso, ma ho dei dubbi e comunque sarà la magistratura a stabilirlo, penso che si dovrebbe dimettere”, ha commentato un manifestante. E il primo a invocare le dimissioni è stato il vicepresidente di Casapound Italia, Simone Di Stefano, anche lui presente in piazza del Campidoglio: “Il Pd si prenda responsabilità e faccia cadere la Giunta, senza aspettare le dimissioni di Marino che allungherebbero i tempi. La sfida è tra il Movimento Cinque Stelle e quello che riusciremo a mettere insieme noi, Salvini e chi si aggreghera’”.

Così il pressing del Pd per farlo dimettere non molla. Il partito romano è in fibrillazione per tentare una via di uscita all’impasse Campidoglio nel caso Marino non dovesse rassegnare le dimissioni. Le voci insistenti di un’uscita di scena del sindaco, sotto attacco tra l’altro per le spese istituzionali, si rincorrono da ieri dopo la decisione di restituire di tasca sua tutte le spese sostenute con la carta di credito del Comune di Roma. Alle 11 in Campidoglio è stata convocata una Giunta, spostata poi alle 13 ma iniziata in ritardo a cui ha partecipato anche il gruppo dei consiglieri comunali del Pd, tra questi quelli più vicini alla componente renziana, avrebbero chiesto al primo cittadino un passo indietro.

Insomma, la sensazione è che l’avventura di Ignazio Marino a sindaco di Roma stia per scadere. E cosa accadrebbe a Roma? Le dimissioni presentate dal sindaco diventano efficaci ed irrevocabili entro 20 giorni dalla loro presentazione al Consiglio comunale. Inizia così la procedura di scioglimento del Consiglio comunale e cessano tutte le cariche politiche. Il prefetto Franco Gabrielli nomina un Commissario.

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