Riforme, tre emendamenti di tutta la maggioranza. E la Lega ne presenta 82milioni

boschiAccordo su elettività dei futuri senatori: saranno indicati dai consigli regionali che non potranno non tenere conto del voto popolare. Minoranza Pd: “Mediazione degna, ritrovata unità nel partito”. Pizzetti su valanga correzioni Carroccio (per le quali servirebbero 824 tonnellate di carta): “Regno dell’assurdo, sovaldi sale aboliamo Calderoli”.  La maggioranza ha raggiunto un accordo nella notte e ha depositato stamani tre emendamenti ‘di mediazione’ al disegno di legge Boschi in discussione nell’aula del Senato. Le tre novità sono state firmate daAnna Finocchiaro, presidente della commissione Affari istituzionali di Palazzo Madama e non dai capigruppo di maggioranza. Oltre alla questione dell’elettività dei senatori, si affronta anche il tema delle funzioni del Senato e dei giudici costituzionali. Rimangono aperti i nodi del Titolo V e del presidente della Repubblica. Questo il testo di uno dei tre emendamenti, quello su cui si è consumato il braccio di ferro interno al Pd per mesi. Testuale, vi si legge: “La durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali dai quali sono stati eletti in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi, secondo le modalità stabilite dalla legge” ordinaria approvata dalle Camere per quanto riguarda l’attribuzione dei seggi e di elezione dei membri del Senato della repubblica tra i consiglieri regionalie  ei sindaci. In sostanza, l’emendamento dispone che i futuri senatori saranno eletti dai consigli regionali che non potranno tuttavia non tenere conto delle scelte compiute dagli elettori al momento del voto. A parlare di “mediazione degna” è il senatore Vannino Chiti, esponente della minoranza dem: “Gli emendamenti presentati, frutto di un confronto e lavoro comune nel Pd, sono positivi. Esprimono una ritrovata unità nel partito e consentono un impegno unitario sui temi delle riforme e dell’azione di governo. Sono soddisfatto che si sia raggiunta una mediazione degna: i senatori saranno sindaci e consiglieri regionali, ma saranno i cittadini a sceglierli. Tornano nella competenza del Senato – prosegue – funzioni di rilievo relative al controllo delle nomine pubbliche, alle nomine dei giudici della Corte Costituzionale, al ruolo nelle politiche europee e nei confronti del sistema delle autonomie, che rendono il nuovo Senato un’istituzione non irrilevante. Come si vede, il bicameralismo paritario si può superare salvaguardando pienamente il diritto dei cittadini a scegliere i propri rappresentanti nelle istituzioni”. Intanto, però, è valanga Lega sulle riforme. Nel giorno fissato per la scadenza della presentazione degli emendamenti, il Carroccio ne ha depositati ben 82.730.460 alla riforma. I testi non sono cartacei (i costi di stampa sarebbero stati decisamente alti) ma in dvd. A presentare un numero così alto di correzioni al testo è stato Roberto Calderoli: il senatore – che peraltro stamani presiede l’aula e che nei giorni scorsi è stato ‘salvato’ dallo stesso Pd da un processo per razzismo dopo aver insultato l’allora ministro Cécile Kyenge – ha spiegato di aver atteso fino alle 8.30 un contatto con la maggioranza “ma – dice – non è successo nulla e perciò li ho presentati”. Per stampare gli 82.730.460 emendamenti, con la clausola di uno a pagina, servono 82.730.460 fogli. Se una risma di carta A4 è di 500 fogli, fanno 165.460 risme. Ogni risma pesa 2,49 chili e, risparmiandovi i decimali, fanno 411.997 chilogrammi ovvero 412 tonnellate. E questi numeri valgono per una sola copia. Visto che i fascicoli sono due (uno va in archivio) fanno 823.995 chili, ovvero 824 tonnellate. Gli risponde il sottosegretario alle Riforme, Luciano Pizzetti: “Non agiamo sotto ricatto, quello che non ha capito Calderoli è che la politica è fatta di sintesi e di intese”. L’esponente del governo aggiunge che “è Calderoli che non si è fatto sentire, io sono ancora in attesa di una sua telefonata per una sua proposta. Aveva detto che aspettava di sentire Roberto Maroni e noi ancora aspettiamo lui. E’ il regno dell’assurdo, aboliamo Calderoli”. Quanto alle decisioni del presidente Pietro Grasso sull’ammissibilità delle modifiche (dopo la doppia lettura conforme dell’articolo 2 del ddl sia alla Camera sia al Senato), il sottosegretario ha sottolineato: “Grasso ha sempre chiesto un’intesa politica che ora c’è, è larga, comprende tutto il Pd e tutta la maggioranza, vedremo quali saranno le sue valutazioni comunque ci sono tutte le premesse perché nel rispetto della doppia lettura conforme si intervenga sul testo licenziato dalla Camera”.

(Repubblica.it)

Share
Share
Torna in alto