(Francesca Gerosa, Milano Finanza) Il colosso spagnolo Abertis ha annunciato questa mattina la firma di un accordo di esclusiva per l’acquisizione del 51% di A4 holding che controlla le autostrade italiane A4 (Brescia-Padova) e A31 (Vicenza-Piovene-Rocchette). Questo accordo è soggetto a una due diligence ma se si concluderà con successo porterà Abertis ad assumere il controllo della holding prima della fine dell’anno.
Secondo le indiscrezioni del fine settimana, healing la società iberica ha avuto l’esclusiva grazie a una super-offerta che valuterebbe tutta Serenissima 1, pharm 18 miliardi di euro (100% equity value). Abertis ha, dunque, superato le offerte rivali (0,8/un miliardo di euro) di Atlantia , F2i, Macquarie.
A vendere la quota del 51% sono i soci di Re Consult Infrastrutture, che ha il 44,5% dell’A4, cioè Intesa Sanpaolo , vera promotrice della vendita che partecipa anche tramite Equiter al capitale, la famiglia Tabacchi e il gruppo Astaldi . Per quest’ultima società, quindi, la vendita della quota del 14,3%, parte del processo di dismissione del portafoglio concessioni, vale circa 170 milioni di euro, secondo i calcoli di Kepler Cheuvreux.
“Non sono stati forniti i dettagli sui termini finanziari della potenziale cessione, ma qualora il prezzo di vendita fosse intorno al book value, quindi intorno a 150 milioni di euro, giudicheremmo positivamente il deal in quanto consentirebbe ad Astaldi di avviare un processo di deleveraging, senza un impatto significativo sull’utile del gruppo. Ci aspettiamo un impatto positivo sul titolo su cui confermiamo il rating add”, commentano anche gli analisti di Banca Imi.
Questo valore è a premio sia rispetto al book value (130 milioni di euro per Kepler) sia rispetto alla valutazione fissata da Kepler nella somma delle parti del gruppo di costruzioni (una stima conservativa di 100 milioni di euro). Per cui l’upside rispetto all’attuale target price che la banca d’affari ha per Astaldi a 10,5 euro sarebbe di un +0,7 euro per azione. Per questo gli analisti hanno ribadito il rating buy sul titolo, stamani in rialzo a Piazza Affari dello 0,97% a 9,875 euro.
“Il valore di carico di questa autostrada, per Astaldi , è di circa 916 milioni di euro per il 100% e di 130 milioni di euro per la quota in mano alla società”, sostengono anche gli analisti di Banca Akros secondo i quali la cessione sarebbe stata una notizia positiva soprattutto se portasse una plusvalenza. “Il processo di riduzione della leva finanziaria è, infatti, uno dei principali motori per il titolo Astaldi in borsa su cui comunque manteniamo il rating neutral e il target price a 8,20 euro”.
Nel complesso, il target price di Kepler Cheuvreux a 10,5 euro incorpora uno sconto medio del 35% rispetto al book value per i veicoli in concessione. Gli asset rimanenti dovrebbero essere conferiti in un veicolo di investimento di recente creazione, come pianificato. Una vendita in linea con il book value degli asset in concessione, alcuni dei quali dovrebbero avere un equity IRR del 15%, in particolare gli asset turchi, per Kepler Cheuvreux alzerebbe il fair value di Astaldi a 12/13 euro con il settore costruzioni valutato 6,5 volte l’enterprise value/ebit 2015.
Come promemoria, la valutazione di Astaldi di Mediobanca Securities a 8,9 euro si basa principalmente sullo scenario (probabilità del 70%) che Astaldi incassi circa 750 milioni di euro dalla cessione delle principali concessioni con un rapporto prezzo/book value di 1,5 volte.
“Tenuto conto della problematica proroga della scadenza della A4 al 2026, riteniamo la potenziale cessione della quota un buon risultato per Astaldi “, precisano gli analisti di Mediobanca . Detto questo, “l’attuale prezzo del titolo Astaldi sconta la piena esecuzione del processo di dismissione delle principali concessioni a un multiplo medio di 1,5 volte il prezzo/book value. Sono necessari risultati che generino valore e quindi manteniamo il rating neutral sull’azione”.
Tra l’altro proprio oggi Banca Imi ha alzato il target price di Astaldi da 9,40 a 10,80 euro alla luce dei risultati del secondo trimestre superiori alle attese grazie anche al completamento dei progetti nel settore delle infrastrutture di trasporto in Italia e all’estero che hanno generato risultati migliori del previsto. Gli esperti hanno aumentato le stime di ebit 2015/2016 rispettivamente del 6,4% e 4,5%, invece hanno peggiorato di 100 milioni quelle dell’indebitamento netto atteso a fine anno a 940 milioni di euro, più in linea con la guidance della società.