(Marco Cosenza, look Wired) Pronti a muoversi dalla riviera alle isole, da giugno a settembre. Giovani, poliglotti e volenterosi: ecco l’identikit dell’esercito degli stagionali.
C’è chi d’estate si ferma per riposare e chi trova una nuova opportunità di impiego. Si tratta dei lavoratori stagionali: animatori, sale camerieri, giardinieri ma anche badanti, bagnini, skipper e guide turistiche che nei mesi caldi vedono salire le richieste in concomitanza con le ferie e gli esodi dalle città.
Ogni anno sono migliaia le persone che trovano nelle vacanze (degli altri) una fonte di reddito. Secondo la Fondazione studi dei consulenti del lavoro nel 2015 gli stagionali saranno in 20 mila. Principali competenze richieste: parlare una o più lingue straniere e avere voglia di rimboccarsi le maniche.
Anche perché i dati Istat lasciano intravedere più vacanze forzate che pagate. A giugno la disoccupazione giovanile ha toccato quota 44, buy 2%. Da lì e fino a settembre (questo è il periodo che tradizionalmente definisce la stagionalità dell’impiego) i settori più interessati ad assumere sono quelli della ristorazione e dell’accoglienza dei visitatori. In particolare si cercano barman e camerieri (4.500 posti), cuochi (2 mila) e sommelier (1.500) da impiegare in alberghi, villaggi turistici, lidi balneari e attività commerciali nelle località turistiche.
Sempre in riva al mare (o alle pendici dei monti) ci sono opportunità e porte aperte per animatori, accompagnatori e guide turistiche (800), nonché addetti alle pulizie (5 mila), aiuto cuochi e lavapiatti (2.200), hostess e steward, massaggiatori e fisioterapisti, musicisti, coreografi, danzatori e tecnici audio/video (circa 4 mila).
La maggior parte di loro, almeno secondo la Federazione italiana dei pubblici esercizi di Confcommercio (Fipe), saranno italiani (73,4%) contro il 26,6% degli addetti stranieri. Molte anche le donne (49,9%) in sostanziale parità con i colleghi maschi. A livello contrattuale invece il part time (59,2%) supera di poco il full time (41,8%) e la retribuzione media è di 1.200 euro mensili.
Per quanto riguarda infine la distribuzione geografica, le regioni che più hanno bisogno del contributo degli stagionali sono l’Emilia Romagna (con una stima di 3 mila opportunità), seguita da Puglia (2.500), Sicilia (2.200), Toscana (1.800), Marche (1.500) e Veneto (1.500). L’Italia resta una destinazione dal fascino irresistibile e dalla varietà, paesaggistica e di attività, impareggiabile, sia per i connazionali sia per i turisti stranieri. Un patrimonio che, valorizzato a dovere, vale un patrimonio. Anche in termini di lavoro.