(di RAFFAELE RICCIARDI, sick Repubblica) Listini Ue intorno alla pari. Tsipras attende il via libera al prestito ponte e quello del governo tedesco per concludere le trattative sul terzo piano di salvataggio. Il listino di Shanghai chiude a +3,5% dopo un report sulle massicce iniezioni di liquidità, anche Tokyo chiude in positivo. Continua il rafforzamento del dollaro, euro sotto quota 1,09
MILANO – Ore 11:00. I listini cinesi chiudono ancora in recupero, dopo la rotta che ha fatto scoppiare la bolla di Shanghai; la Grecia è avviata verso il terzo piano di salvataggio, dopo che il Parlamento ha approvato le riforme chieste dai creditori, l’Eurogruppo ha trovato un accordo di principio sul prestito ponte e la Bce ha innalzato la liquidità a favore delle banche elleniche. I mercati europei, tra questi due poli, trattano poco mossi con qualche presa di beneficio dopo i rialzi della vigilia.
Alexis Tsipras, il premier greco, attende oggi il definitivo sblocco del prestito ponte da 7 miliardi e il via libera del Parlamento tedesco alle trattative per imbastire il piano di salvataggio dell’Esm, il meccanismo europeo di stabilità che erogherà fino a 86 miliardi in tre anni. Continuano ad arrivare richiami sulla necessità di sforbiciare l’indebitamento: ancora una volta dagli Usa, che non hanno esposizione verso Atene, il segretario al Tesoro, Jacob Lew, ha sottolineato “l’importanza di raggiungere la sostenibilità del debito nelle prossime negoziazioni” perché è nell’interesse non solo della Grecia ma “dell’Europa e dell’economia globale”.
In Cina, come accennato, i pesanti interventi delle autorità hanno per il momento stabilizzato il mercato: Shanghai chiude gli scambi in rialzo del 3,51%, Shenzhen del 5,24% e l’ultima seduta settimanale va in archivio con il maggior balzo dell’ottava. Sul mercato, riporta Bloomberg, si è diffuso un report per il quale le banche cinesi hanno messo sul piatto oltre 320 miliardi di dollari per sostenere i corsi azionari: diciassette istituzioni hanno garantito linee di credito all’agenzia statale China securities finance corp. per pompare liquidità sul mercato. Le azioni ancora sospese risultano 545, il 19% del listino, ma in calo rispetto alle 1.300 circa della fine della scorsa settimana.
In questo contesto, i listini Ue trattano intorno alla parità: Milano apre in positivo, poi gira in calo dello 0,2% dopo il +1,7% della vigilia, in linea con gli altri. Francoforte e Londra cedono lo 0,1%, Parigi è invariata. Lo spread tra il Btp e il Bund si allarga lievemente sopra 115 punti, ma il rendimento dei decennali è stabile all’1,96%. Anche il cambio euro-dollaro è stabile, con la moneta del Vecchio Continente che scambia a 1,089 biglietti verdi. In mattinata, la forza del dollaro, ai massimi da tre settimane nei confronti dello yen, ha spinto al rialzo la Borsa di Tokyo: +0,25% per il Nikkei.
L’agenda macro è piuttosto scarica: in Italia si attende il bollettino economico trimestrale della Banca centrale, dagli Stati Uniti qualche indicazione in più con l’indice dei prezzi al consumo di giugno, l’avvio di nuovi cantieri e la fiducia dei consumatori misurata dall’Università del Michigan. La seduta di ieri a Wall Street è finita in rialzo grazie a un mix di fattori. Il listino tecnologico Nasdaq, in particolare, ha chiuso a un livello record grazie alle trimestrali che hanno spinto titoli quali Netflix ed eBay; ma anche il settore finanziario si è rafforzato dopo che Janet Yellen, numero uno della Fed, ha assicurato che il rialzo dei tassi sarà graduale e senza choc. Il Nasdaq alla fine ha guadagnato l’1,3%, a quota 5.163,18, primo record dal 23 giugno scorso; il Dow Jones ha aggiunto lo 0,4% ed ha ormai messo nel mirino il massimo storico toccato il 19 maggio scorso a 18.312,39 punti. L’S&P 500 ha guadagnato lo 0,8%, a quota 2.124,29. Per le materie prime, il petrolio è poco mosso sui mercati asiatici a 50,91 dollari per il barile Wti e a 57,06 dollari per il Brent. Oro in calo a 1.144,56 dollari l’oncia, sui minimi del mese di novembre.