Fine del secolo scorso…che detto così sembra tanto tanto tempo fa. In realtà sono poco più di trent’anni, sovaldi tra Roma e Milano. Cecilia degli Orti, sales giovane donna con due figli piccoli da crescere, bisognosa di lavoro, viene assunta, grazie alla presentazione di un suo amico di infanzia, dalla famiglia Rumeni. Rumeni e’ sinonimo in tutto il mondo di uno dei marchi di gioielleria più famoso e prestigioso: non c’è diva del cinema holliwoodiano, regina o principessa, nobildonna, moglie o amante del riccone di turno, arricchito o ricco per lignaggio, che non voglia sfoggiare un luccicante gioiello Rumeni. Le loro esclusive creazioni sono simbolo di bellezza e di eleganza, ma i tre fratelli Rumeni non sono persone di classe: antipatici, viziati, pieni di sé, sono mercanti di mestiere e di animo.
Cecilia, in cui si ravvisa l’autrice del libro, si troverà così catapultata in questo nuovo mondo, molto lontano da quanto fino ad allora conosciuto. Il vermeil, materiale povero e prezioso allo stesso tempo, che altro non è che l’argento placcato oro, è la metafora più appropriata per la sua nuova vita, una vita che la porterà a toccare con mano che, appunto, non è tutto oro quello che luccica. Dotata di intelligenza, cultura, sensibilità, capacità di osservazione ed ironia ci restituirà un quadro oggettivo, equilibrato e perchè no…anche divertente.
La lettura scorre veloce; è il classico libro che si può divorare. Vari ingredienti sono sapientemente mescolati: un po’ di gossip, la descrizione dello sfondo storico che riporta indietro con la memoria soprattutto coloro che hanno vissuto quel periodo e poi c’è la caccia per intuire chi si nasconda dietro i variopinti personaggi perchè per ognuno di loro c’è un nome e cognome più che noto. E, soprattutto, a chi sono ispirati i Rumeni? Non è difficile mettere insieme i pezzi… Tutti, non a torto, pensano a un altro cognome, si scrive Rumeni, ma – forse – si leggerà Bulgari? Mah! Marina Giusti, la scrittrice, nelle interviste e nelle presentazioni, a domanda ha risposto più o meno: è un divertissement, non svelo nulla, i lettori dovranno scervellarsi se l’argomento interessa.
Conclusione? La fatidica avvertenza su (pochi) libri e (molti) film: i personaggi sono frutto di invenzione, nessun riferimento alla realtà. E poi la fantasia degli autori è illimitabile e incensurabile, non è giusto indagare più di tanto. O no? (Marina Giusti del Giardino: “Vermeil, non è tutto oro quel che luccica”, Europa Edizioni).