Terna accelera oltre le rete: spazio a rinnovabili e privatiROMA – Terna guarda oltre la rete elettrica. Anche se la parte più consistente della reddittività del gruppo che gestisce gli impianti ad alta tensione lungo tutta le penisola, il nuovo vertice – nominato dal governo Renzi meno di un anno fa – comincia a guardare anche ad altri business per sostenere in futuro sia il fatturato sia i dividendi agli azionisti che in questi anni è sempre stato attorno al 5 per cento sul capitale investito. Anche perché mano a mano che la rete ad alta tensione esistente sarà completamente ristrutturata, si tratterà di svolgere solo manutenzione con una diminuzione dei ricavi da attività regolata dall’Autorità.
Allo stesso tempo, la remunerazione riconosciuta dovrebbe diminuire con la revisione prevista a fine anno. Tanto è vero che Terna ha assicurato lo stesso dividendo (pari a 0,2 euro per azione) solo per il 2015, ma ha garantito anche “una base solida” per i prossimi anni e in qualche modo dovrà mantenere la promessa.
Il nuovo amministratore delegato Matteo Del Fante lo ha spiegato durante la presentazione del piano industriale al 2019, di fronte alla comunità finanziaria di Londra. A fianco delle attività tradizionali prenderanno sempre più spazio le iniziative che non riguardano soltanto la costruzione e manutenzione della rete ad alta tensione che serve per garantire l’energia elettrica nel paese. Si tratta della costruzione di reti elettriche per conto dei privati, realizzazione e gestione di impianti fotovoltaici o servizi come l’affitto agli operatori delle tlc del passaggio delle fibre ottiche lungo le linee elettriche. In particolare, Terna realizzerà quelli che in gergo tecnico si chiamano interconnector: linee elettriche di collegamento con l’estero che porteranno energia a consorzi composti da grandi imprese energie. Il primo progetto è in corso con i lavori che partiranno sul confine tra Italia e Francia, mentre la novità riguarda il raddoppio della linea in costruzione tra Italia e Montenegro, dove l’azienda elettrica locale è controllata al 45 per certo dall’utility lombarda A2a ed è interessata a esportare elettricità in Italia. Ma in futuro c’è un progetto analogo anche con la Tunisia.
In sostanza, come funziona: Terna viene pagata per l’opera, l’energia va ai privati, poi Terna la riscatta dopo massimo 20 anni e viene conteggiata come attività regolata e diventa parte della rete nazionale. Del piano industriale di Terna – a proposito di attività non tradizionali – fa parte anche la ristrutturazione della società Tamini, acquistata per il 100 per cento, leader europeo nella realizzazione di trasformatori per le linee ad alta tensione, che rischiava di essere rilevata da un gruppo straniero. Fuori dal piano, invece, c’è’ ancora l’operazione in corso con le Fs per l’acquisto della rete di alimentazione delle linee ferroviarie. Ancora una volta, Del Fante ha ribadito che la vendita andrà in porto se la valutazione dell’asset riconosciuto dall’Autorità – che arriverà a fine mese – sarà in linea con la reddittività degli investimenti regolati di Terna.
Ieri, Terna ha comunicato anche i conti del 2014. Crescono i ricavi del 5,3% a 1,99 miliardi, mentre i margini sono rimasti stabili a 1,49 miliardi e l’utile netto è cresciuto del 6% 544 milioni.