(di RAFFAELE RICCIARDI, Repubblica)
I listini si indeboliscono dopo una mattinata positiva, rallentati dal nuovo calo dei prezzi alla produzione nell’Eurozona (-0,9% mensile a gennaio) e dall’avvio dell’operatività da parte degli investitori americani, che fanno scattare qualche presa di profitto dopo i recenti record. Sullo sfondo, restano anche le trattative relative al programma d’aiuti alla Grecia: Atene ha bisogno urgente di liquidità per far fronte alle esigenze di cassa legate al rimborso di titoli di Stato e prestiti Fmi, mentre il ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, continua a parlare di ristrutturazione del debito necessaria.
Finora il periodo era caratterizzato dalla corsa azionaria, legata al raggiunto accordo con la Grecia per estendere il piano d’aiuti e all’annuncio del Quantitative easing della Bce, la cui effettiva realizzazione partirà a breve. Anche negli Usa, d’altra parte, non sono mancati gli spunti positivi per i mercati: l’economia cresce a spron battuto e nonstante questo la Fed è ancora cauta nell’allentare il suo supporto al mercato. Il risultato è che i listini aggiornano i record e il Nasdaq, spinto dall’abbondanza di liquidità sui mercati, torna ai fasti di inizio anni Duemila.
In questo contesto, le Borse Ue trattano in terreno leggermente negativo dopo gli acquisti della mattinata: Milano gira in rosso ed estende le perdite allo 0,65%, Londra e Parigi retrocedono dello 0,3% e Francoforte lima lo 0,1%. Da segnalare a Piazza Affari la performance di Fca, che sale in scia all’ottimo andamento delle vendite di auto. Agitazione intorno a Telecom, nel giorno del Consiglio dei Ministri che dovrebbe varare il decreto sulla realizzazione della rete a banda larga nel Paese. Soffre Mps alla vigilia di un cda che secondo indiscrezioni di stampa dovrebbe varare l’aumento di capitale e il raggruppamento delle azioni.
Wall Street riapre in calo allontanandosi dai livelli record raggiunti ieri da Dow Jones e S&P 500, mentre il Nasdaq ritorna sotto quota 5.000, Superata ieri per la prima volta in quasi 15 anni. In assenza di spunti macroeconomici gli investitori optano per la cautela e digeriscono le vendite di auto in Usa: quelle di Fca sono cresciute a febbraio del 6% contro attese per un +8,9%, motivo per cui decelera in borsa (-1,83% a 15,54 dollari) all’indomani di un livello record raggiunto al nyse e pari a 15,83 dollari per azione. Dow, S&P 500 e Nasdaq sono allineati a una perdita dello 0,3%.
Lo spread tra Btp e Bund si allarga leggermente a 101 punti con un rendimento all’1,34%. Il dato macroeconomico più importante di giornata riguarda la Germania, dove sono stati pubblicati i dati sulle vendite al dettaglio di gennaio. Hanno battuto nettamente le attese con un aumento su dicembre del 2,9%, che porta la crescita annuale al livello più alto degli ultimi quattro anni e mezzo. I dati preliminari diffusi da Destatis vanno ben oltre le attese degli economisti, che prevedevano un incremento solo dello 0,4%. Anche la variazione annua (+5,3%) ha superato decisamente il consensus (+2,6%). Quello di gennaio è stato il quarto aumento mensile consecutivo. L’Ocse registra una nuova frenata dell’inflazione nell’area: scende allo 0,5% annuo a gennaio, dall’1,1% di dicembre. Negli Usa, l’indice Ism di New York ha registrato un significativo rimbalzo in febbraio dopo la pesante flessione registrata in gennaio, legata al maltempo: è salito nel mese a 63,1 punti dai 44,5 di gennaio. L’indice che misura l’occupazione tuttavia è sceso a 49,3 punti, a indicare un principio di contrazione del numero di addetti.
L’euro oscilla poco sotto quota 1,12 dollari e 134 yen. Gli investitori si mantengono cauti in attesa dell’imminente attivazione del Qe della Bce. Il dollaro arretra a 119,67 yen, una flessione tecnica che allontana il biglietto verde dai massimi da tre settimane sulla divisa nipponica sopra quota 120 toccati sui mercati asiatici.
Seduta debole per le borse asiatiche che scontano i timori per un rallentamento dell’economia cinese dopo che Xinhua, l’agenzia di Stato, ha scritto che il governo potrebbe annunciare, in occasione della sessione inaugurale dell’Assemblea Nazionale del Popolo, un target di crescita per il 2015 del 7%, inferiore a quello del 2014. In rosso dunque le Piazze cinesi, chiusura in calo per la Borsa di Tokyo, con il Nikkei 225 che cede lo 0,06% a 18.815,16 punti dopo un apertura sui massimi di giornata a quota 18.910,52 punti.
Nei primi scambi a New York, il petrolio Wti viaggia in rialzo dello 0,70% rispetto alla chiusura precedente e tratta in area 50 dollari al barile. Oro in calo in Asia a 1.195,50 dollari l’oncia. Il metallo giallo ha ceduto lo 0,9%.