(Italia Oggi) E adesso Mario Volanti, salve presidente di Radio Italia, si attende che il mercato si accorga del valore dell’emittente e faccia salire il fatturato pubblicitario.
Domanda. Radio Italia davanti a Deejay, Rds e 105. Son soddisfazioni
Risposta. Certo, anche se la cosa più importante è andare bene. Radio Italia ha una identità precisa. Ma, per linea editoriale, non può mandare in onda la musica straniera, a differenza degli altri. E, rispetto ai miei competitor, abbiamo 150 impianti in meno di trasmissione. Quindi il nostro è veramente un mezzo miracolo.
D. Quali sono le leve che avete usato meglio?
R. Tutte. Bene sotto il profilo editoriale, abbiamo trovato belle conduzioni con coppie che funzionano, lavoriamo sugli eventi straordinari tipo il concerto di Piazza Duomo a Milano, siamo partiti fortissimo sui social usando Facebook in modo innovativo, e poi siamo partner della Nazionale di calcio, di un sacco di squadre, dei tour di Vasco Rossi, di Tiziano Ferro, dell’Isola dei famosi. Con Fronte del palco mandiamo in onda i nostri concerti su Italia Uno. Insomma, facciamo un sacco di roba. Altri si dedicano a organizzare le maratone. Ma se devi fare musica per radio, forse fare le corse non serve. Almeno, secondo me.
D. L’accordo con Mondadori che vi raccoglie la pubblicità vi ha spalancato le porte del mondo Mediaset
R. Però siamo andati a cercarli noi. Noi ci proponiamo, sia con Mondadori, sia con Mediaset. Ci facciamo tutti un mazzo così per fare funzionare al meglio la radio.
D. Radio Italia ora è seconda, è stabilmente sopra i quattro milioni di ascolto, ma fattura ancora molto poco rispetto ai competitor
R. E’ vero, siamo molto indietro, si fa fatica. Mi hanno detto che è un problema legato alla commercializzazione e che ci vuole tempo. Ma il tempo sta passando. Ormai è un anno che siamo a questo livello di ascolti. Abbiamo chiuso il 2014 con un fatturato di circa 25 milioni di euro, come nel 2013. I nostri competitor fatturano molto di più. Il mercato deve capire che non siamo più la radio degli sfigati come magari ci percepivano dieci anni fa. Siamo la seconda radio più ascoltata, con un rapporto profondo con il pubblico, con i live e con un linguaggio sempre educato e mai sopra le righe.
D. Una domanda come direttore artistico di R101: si aspettava di più?
R. I dati sono allineati alle mie previsioni. Il nostro palinsesto R101 è partito a settembre, e c’è un trend positivo negli ultimi mesi. L’impresa non sarà né semplice né veloce. Abbiamo cambiato logo, jingle, conduzioni, R101 ha affiancato i Rolling Stones, è entrata nel mondo del calcio. Stiamo creando qualcosa di nuovo e diverso.