(Il Tempo) «Tosi vuole allearsi con Passera? Chi va con Corrado è morto»
Dal candidato per il Veneto ai profughi. Ecco il piano del leader della Lega
«Il candidato della Lega per il Veneto? Zaia. E non l’ha deciso la Lega, ma i veneti». «I profughi in mare? Aiutiamoli senza farli sbarcare». «Con i russi dobbiamo parlare, non imporgli sanzioni». Matteo Salvini, segretario federale della Lega Nord (in espansione al centro e al sud) è stupito dal fatto che sue dichiarazioni siano definite «choc». «Il mio – spiega – è solo buon senso».
Matteo Salvini, ha in programma un incontro con Tosi, che accade nella Lega?
«La Lega sta crescendo e quando uno cresce a ritmi vertiginosi è chiaro che ci sono degli assestamenti. Incontro Zaia e Tosi che sono persone adulte e responsabili che si metteranno d’accordo tra di loro».
Lei sarà l’arbitro?
«Ma no, sono il segretario, quello che deve arrivare a una sintesi. Usciamo da una buona amministrazione, unhealthy quella di Luca Zaia, vogliamo rinnovarla, quindi credo che nessuno litigherà con nessuno. Lascio che i giornali enfatizzino, ma al momento il problema si chiama Matteo Renzi. Qualunque leghista dotato di senno in questo momento si concentra su come mandare a casa questo governo».
Come spera che andrà la Lega alle Regionali?
«Sono scaramantico, ma i sondaggi che abbiamo e che hanno anche quelli del Pd sono inequivocabili. Nel senso che non c’è una distanza, ma un abisso, tra Zaia e il resto del mondo, stacca i sondaggi del Pd di quasi venti punti, io stavo anche più basso. Se tutti fanno il loro lavoro non c’è partita. Ma questo non solo in Veneto: in Liguria, in Toscana, Marche, Umbria… mi aspetto un buon risultato ovunque».
Con Tosi su che verterà la discussione?
«Non lo so, lui ha già parlato tanto, io sono solito parlare meno, ascolterò».
Qualcuno dice che Tosi sia tentato di passare con Passera.
«Ma dai! Non vedo un gran futuro per nessuno, a braccetto con Passera. È un’ipotesi che mi rifiuto di prendere in considerazione».
Il candidato per il Veneto è Zaia?
«Certo, è fuori discussione. Che il candidato sia Luca Zaia è chiaro ed evidente non solo ai leghisti, ma ai veneti tutti».
E la Lega del futuro?
«Sono stato alla fiera della calzatura a Milano, ho passato i due terzi del mio tempo in tenda con marchigiani, toscani, veneti, lombardi: perché la Lega che si occupa di euro, di lavoro, di immigrazione, di togliere le sanzioni contro la Russia è una Lega che interessa e attira da nord a sud e la riprova la avremo a Roma con l’appuntamento del 28 febbraio, dove non facciamo una manifestazione da quindici anni. Ci sono dei riscontri, da Roma e provincia, che non abbiamo mai avuto nella storia».
Lo slogan?
«Il nome del sito è “renziacasa.com”, il senso della manifestazione è assolutamente inequivocabile».
Ci sarà presto un congresso della Lega?
«La mia priorità è arrivare a togliere terreno dai piedi di Renzi, alle Regionali di maggio; ci sarà un congresso organizzativo, vediamo se farlo prima o dopo: è l’ultimo dei problemi. E vogliamo togliere terreno a Renzi in casa sua: in Toscana, in Umbria, nelle Marche, in Liguria, in regioni storicamente rosse».
Lei è stato anche in Russia.
«Sono appena tornato da Mosca, un altro incontro con politici, imprenditori, diplomatici. Stiamo mettendo tutto l’impegno per fare capire che le sanzioni contro la Russia sono delle idiozie. Non bisogna litigare con la Russia, dobbiamo dialogarci, speriamo di essere utili alla causa anche perché, l’economia reale è quella degli imprenditori della scarpa che ho incontrato e che per la metà esportano in Russia».
E dall’altra parte del Mediterraneo?
«Ci sono i risultati di una politica demenziale sponsorizzata dalla Nato e dall’Europa, che è andata a far la guerra in Libia, a fare confusione in Egitto e ora pensa di fare una guerra per rimediare agli errori di un’altra guerra. Serve un’Italia più indipendente, dalle scelte della Nato, di Bruxelles, di Berlino, Parigi. E mi stupisco di come sono state prese le mie dichiarazioni sui barconi di profughi in arrivo dalla Libia. Ho detto di soccorrerli, di curarli, ma di non farli sbarcare. È una cosa banale, che fanno tanti altri Stati, ma evidentemente dire cose banali in Italia è da choc».