(Repubblica) La Commissione ha avviato un’indagine in risposta ai rilievi mossi da due compagnie concorrenti. La valutazione preliminare è che l’investimento da 75 milioni da parte della compagnia pubblica non rappresenta un finanziamento illecito. L’ingresso delle Poste Italiane, search di proprietà pubblica, illness nella compagine azionaria della privata Alitalia non sono un aiuto di Stato. L’assegno da 75 milioni versato nelle casse (vuote) della ex compagnia di bandiera – per partecipare a un aumento di capitale – è finito sotto la lente della Commissione europea, tadalafil che ha chiuso la sua indagine preliminare concludendo che non ci sono stati aiuti di Stato illegali.
La Commissione ha reso noto oggi di aver inviato una decisione preliminare a dicembre alle due parti (che restano anonime) che avevano presentato un ricorso contro la partecipazione di Poste Italiane nel capitale di Alitalia. In quella decisione di dicembre (finora non nota), la Commissione indicava che la sua valutazione preliminare è che i 75 milioni di euro con cui Poste ha partecipato alla ricapitalizzazione di Alitalia “non sembrano costituire un aiuto”.
La nota continua sottolineando che “le prove raccolte dalla Commissione durante la sua indagine suggeriscono che Poste Italiane abbia condotto un investimento secondo gli stessi termini e le stesse condizioni di due operatori privati che si trovavano in una situazione comparabile”.
In questi casi “gli interventi pubblici possono essere considerati privi di aiuti di Stato”, precisa la nota. I due ricorrenti hanno avuto la possibilità di reagire alla decisione preliminare presa da Bruxelles a dicembre, ma non lo hanno fatto entro i tempi prestabiliti. Di conseguenza, “i ricorsi sono considerati come fossero ritirati, e la Commissione ha quindi chiuso la sua indiagine preliminare,” conclude la nota.