Gli investitori affollano i porti sicuri: 1.200 mld di titoli di Stato a rendimenti negativi

Le mosse della Bce hanno compresso al ribasso la remunerazione offerta dai bond governativi dei Paesi centrali dell’Eurozona. In Germania,  fino ai cinque anni di fatto gli investitori pagano per sottoscrivere debito. Le aspettative per un intervento della Bce, che sembra sempre più vicina al quantitative easing – l’acquisto massiccio di titoli, anche di Stato, sul mercato – hanno compresso al ribasso i rendimenti delle obbligazioni governative. La stessa Eurotower ha da tempo portato ai minimi storici il costo del denaro, girando in negativo la remunerazione per i depositi presso le sue casseforti: le banche pagano per parcheggiare sui c/c di Francoforte ingenti somme di denaro. D’altra parte, le incertezze legate all’esito delle elezioni in Grecia del prossimo 25 gennaio, con la possibilità che s’imponga Syriza e chieda nuove condizioni sul rimborso dei debiti della Troika, hanno generato un po’ di panico sui mercati.

L’esito di questa situazione è che ora gli investitori sono disposti a pagare gli emittenti di debito, pur di riversare il loro denaro in lidi ‘sicuri’: ci sono 1.200 miliardi di euro investiti in strumenti che offrono rendimenti negativi, cioè non solo non remunerano chi li sottoscrive ma addirittura prevedono che a incassare degli interessi sia chi l’obbligazione la lancia. A tanto ammonta, secondo i calcoli di Bank of America Merrill Lynch di cui dà conto il Financial Times, la massa di titoli sovrani dell’Eurozona a rendimento negativo.

E’ un valore pari a un quarto circa di tutto il debito circolante emesso da parte dei Paesi con la moneta comune, in netta crescita rispetto ai 500 miliardi di ottobre. Nello scorso giugno, prima che la Bce virasse in negativo i tassi sui depositi per cercare di indurre gli istituti a impiegare il denaro verso l’economia reale, la cifra era a zero. “La Bce vuole che gli investitori spostino i loro soldi su titoli a maggior rischio”, dice Barnaby Martin di BofA. L’Eurotower ha di fatto “creato una nuova asset class”.

La logica è simile a quella che potrebbe perseguire Draghi nell’annunciare il quantitative easing. Tra le misure tecniche al suo vaglio, infatti, ci sarebbe anche quella di acquistare solo titoli molto solidi, che le agenzie di rating valutano AAA. In questo modo comprimerebbe ancor più al ribasso i rendimenti di quei bond, ad esempio della Germania, spingendo gli investitori a puntare su quelli della periferia per spuntare un minimo di remunerazione. In questo modo, anche questi ultimi – subissati di domanda – vedrebbero il loro valore salire e il loro rendimento scendere. E probabilmente anche le obbligazioni corporate delle aziende verrebbero ricercate dagli investitori, con l’effetto di dar loro liquidità.

I rendimenti negativi, spiega di nuovo il Ft, caratterizzano soprattutto le emissioni a scadenza più breve dei paesi core dell’Eurozona. Ma anche in Irlanda, ad esempio, i titoli biennali hanno fatto un passaggio sotto zero. Per l’Italia, il movimento si è visto solo sul brevissimo (Bot trimestrali). Le curve del grafico mostrano l’evolversi dei rendimenti di (dall’alto in basso) Italia, Spagna, Francia e Germania. Come si può notare scorrendo la linea azzurra, fino ai 5 anni i rendimenti tedeschi sono sotto lo zero.

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