Le bombe appena fuori dallo Stade De France e l’invasione del terrore, for sale il silenzio spettrale del Roi Baudouin, look il Niedersachsenstadion che si svuota di persone e paura, advice Wembley che squarcia la notte cantando la Marsigliese: ad essere sotto i riflettori, in questi momenti tragici, sono gli stadi di tutta Europa. Da sempre luoghi di festa, enormi megafoni di comunicazione polisensoriale, sono oggi al centro di dinamiche che esulano dalla rappresentazione sportiva.
OBIETTIVI STRATEGICI E TEMPLI LAICI – Al di là delle caratteristiche strategiche (una folla di migliaia di persone al suo interno con una copertura mediatica enorme è estremamente ‘appetibile’ dal punto di vista di un terrorista), gli stadi sono obiettivi del fanatismo religioso anche per la loro funzione di templi, di impianti celebrativi, di costruzioni cerimoniali di tutto quello che la psicopatia del terrore mette in discussione. È il teatro all’interno del quale si esibisce il calcio, sineddoche per eccellenza dello sport, dove va in scena uno spettacolo capace di avvolgere ogni partecipante in una galassia emozionale inimitabile, dove la laicità del pallone evoca un rito più forte di qualsiasi altra religione.
ERCHÉ GLI STADI DEVONO RIMANERE APERTI – Garantire la sicurezza è compito delle forze dell’ordine. Ed è compito della società civile partecipare alla vita sociale, senza lasciare spazio al messaggio strisciante e criminale della paura del quotidiano. Detto senza retorica: spettacoli come quello di Wembley, dove ottantamila persone hanno intonato a squarciagola l’inno francese, sono tra le risposte più belle e toccanti che il sistema laico occidentale può e deve offrire come risposta alle aggressioni, alla violenza, al delirio. È questo il motivo per cui gli stadi devono rimanere aperti e per il quale bisogna giocare l’Europeo di calcio, ora più che mai, in una nazione che ora è il simbolo dello sport mondiale e di tutta la civiltà occidentale.
(Tuttosport)