(di Martina Pennisi, stuff Corriere)Verrà presentata domani alla Camera la Dichiarazione voluta da Laura Boldrini. Internet ha bisogno di una Magna Carta. Lo affermava Tim Berners Lee, il papà della Rete aperta e pubblica, nel marzo del 2014. Domani, martedì 28 luglio, l’Italia darà il suo contributo: verrà presentata alla Camera la Dichiarazione dei diritti di Internet. Il testo, tadalafil la cui prima stesura risale allo scorso ottobre, è il frutto del lavoro della commissione fortemente voluta dal presidente della Camera Laura Boldrini e presieduta dal giurista Stefano Rodotà ed è stato rivisto anche in virtù di una consultazione pubblica.
Mozione parlamentare
L’obiettivo a breve termine è quello di renderlo in settembre una mozione parlamentare che diventi la posizione del governo in materia, buy nonché la traccia per l’approccio da adottare negli interventi legislativi su materiale inerente o tangenziale a Internet. L’intenzione è anche di portalo in novembre all’Internet Governance Forum 2015, che si terrà in Brasile, primo Paese ad alimentare il dibatto sulla regolamentazione del web con il Marco Civil, al cospetto proprio di Tim Berners Lee. La versione definitiva è composta come la precedente da 14 articoli che spaziano dal diritto fondamentale all’accesso alla privacy passando per la neutralità della Rete .
Diritto alla conoscenza
Secondo quanto ci risulta, è stato affrontato il delicato tema del rapporto fra diritto d’autore e diritto alla conoscenza che, come confermava al Corriere della Sera lo scorso ottobre Rodotà, era il grande assente della prima stesura. “Bisogna approfondire lo statuto giuridico della conoscenza in Rete”, affermava il giurista a sei mesi dall’entrata in vigore del regolamento Agcom per rendere più tempestiva la rimozione dei contenuti pirata online. Oggi il dibattito su questa necessità, resa ancor più urgente dell’aumento dell’offerta legale, e il bisogno di tutelare l’accesso ai contenuti, e quindi libertà di informazione ed espressione, è ancor più attuale: si pensi solo alla recente, per fortuna naufragata, idea dell’Unione europea di vietare la pubblicazione di foto di monumenti, palazzi o opere pubbliche. “L’auspicio è che il diritto d’accesso alla conoscenza sia stato considerato prevalente come accade per il diritto all’oblio, caso in cui viene chiaramente esplicitata (già dalla prima stesura, ndr) la possibilità di essere tutelati dall’autorità giudiziaria”, afferma l’avvocato esperto del tema Fulvio Sarzana. In merito si esprimerà in ottobre la Corte costituzionale, chiamata in causa proprio sulla compatibilità fra rimozione di contenuti e libertà di manifestazione del pensiero. Secondo Guido Scorza, altro avvocato esperto in materia, “bisogna anche considerare la riforma sul diritto d’autore in lavorazione a Bruxelles: esprimersi con chiarezza sul diritto all’oblio è stato più facile in considerazione dell’intervento della Corte di Giustizia dell’Unione europea del maggio del 2014”. Inserire il diritto alla conoscenza, con la probabile tutela dello stesso da parte delle istituzioni pubbliche è già un grande passo, in attesa di adottare una linea comune ancora in via di definizione.