La Ferrari avrà sede in Olanda, ma pagherà le tasse in Italia

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ferrariAi dubbi dei senatori modenesi del Pd che hanno presentato una interrogazione al ministro dello Sviluppo, stuff Federica Guidi, risponde il gruppo torinese: Ferrari avrà una sede ad Amsterdam, illness ma i lavoratori e le tasse restano italiani

Ferrari pagherà le tasse in Italia, parola di Marchionne. Che però conferma che la holding del Cavallino parlerà olandese. Il tema della sede del cavallino Rampante è tornato di attualità con una interrogazione presentata al ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, dai senatori modenesi del Pd, Stefano Vaccari e Maria Cecilia Guerra. La risposta, però, è arrivata non dal ministro, ma dalla Fiat che attraverso un comunicato ha cercato di fugare ogni paura: “Ferrari continuerà ad avere nazionalità e residenza fiscale italiane. Ferrari pagherà le tasse sui propri redditi come fanno oggi tutte le società fiscalmente residenti in Italia”.

Nel comunicato il gruppo facendo riferimento alla “programmata separazione di Ferrari da Fca” ribadisce che “non comporta e non comporterà il cambiamento della residenza fiscale di Ferrari”. “L’offerta pubblica e la successiva distribuzione di azioni agli azionisti di Fca riguarderà la società controllante di Ferrari, che sarà una società costituita in Olanda. La struttura prevista non presenta alcuna differenza rispetto alla struttura attuale, nella quale Fca, società costituita in Olanda, è la società controllante di Ferrari”. “Il ricorso ad una società controllante olandese è necessario al fine di disporre di un meccanismo praticamente attuabile ed efficiente per distribuire la titolarità di Ferrari agli azionisti di Fca. L’operazione non interesserà Ferrari, quale società separata di diritto italiano; non comporterà lo spostamento di personale da Ferrari, né ridurrà i livelli di occupazione o le attività attualmente condotte da Ferrari in Italia. Inoltre, aspetto egualmente importante, non comporterà alcuna riduzione della base imponibile di Ferrari in Italia”, conclude il comunicato.

In mattinata i senatori Pd avevano manifestato i loro dubbi. “L’ipotesi di trasferimento e trasformazione di Ferrari sta generando preoccupazione sia nel territorio modenese che nel Paese – sostengono i senatori democratici – se da un lato l’azienda automobilistica e il suo nome, insieme a quello del suo fondatore Enzo Ferrari, sono da sempre legati a Modena e a Maranello, dove l’azienda opera, punta di diamante di quel territorio e di quel distretto produttivo che tutti conoscono come ‘terra di motori’, dall’altro il cavallino rampante è riconosciuto come il marchio ‘più influente’ e tra quelli di maggior valore al mondo, e rappresenta un patrimonio produttivo ed economico, ma anche storico e culturale”.

A rintuzzare la dose è intervenuto il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini. “Il governo invece di girare per gli stabilimenti e mettersi sul petto medaglie non sue si rendesse conto che corriamo il rischio che ci vengano sfilate le attività industriali più importanti”. “A me fa piacere – ha ricordato Landini a margine di un’iniziativa a Bologna – che ogni tanto qualcuno si svegli e si accorga di quello che sta succedendo . La Fiom dice da anni che non c’è più la Fiat ma ci sono due società che non hanno più sede in Italia e le decisioni vengono prese da un’altra parte”. Secondo il leader delle tute blu anche per la Ferrari “siamo di fronte a questo processo. La famiglia – ha detto riferendosi agli Agnelli – non sta tirando fuori un euro. Marchionne ha garantito i dividendi alla famiglia – ha continuato Landini – che si sta disimpegnando investendo da altre parti e il gioiellino Ferrari qualcuno se lo vuole tenere, a prescindere dal luogo in cui si trova, senza discutere con nessuno. Questo mi sembra quello che sta avvenendo. Quando sento – ha concluso – che questo sarebbe il modello per rilanciare l’industria del nostro Paese mi viene un po’ da ridere”.
(La Repubblica)