Proprio nel giorno del lancio di Apple Music, no rx il suo servizio streaming, buy la Corte d’appello di Manhattan, New York, ha confermato la sentenza del 2013 che dichiarava la casa di Cupertino colpevole di aver complottato con gli editori per alzare il prezzo degli ebook.
Una sconfitta per Apple, che sarà obbligata a pagare 450 milioni di dollari come già patteggiato con 33 Stati americani lo scorso anno, in attesa della sentenza in appello.
Come ha riportato il New York Times, la Corte d`appello ha confermato la decisione del 2013 emessa all`epoca dopo la denuncia presentata dal dipartimento di Giustizia americano contro l’azienda, accusata di aver creato un cartello con gli editori per imporre i prezzi dei libri elettronici.
“Siamo giunti alla conclusione che la decisione della corte distrettuale secondo cui Apple ha orchestrato un complotto con gli editori per aumentare il prezzo degli e-book è ampiamente supportata e ben fondata”, ha dichiarato la corte d`appello. Secondo la stessa corte, il complotto “ha frenato irragionevolmente il mercato” violando lo Sherman Act, la più antica legge antitrust degli Stati Uniti che limita monopoli e cartelli.
Il quotidiano newyorchese ha ricordato che l’ingresso di Apple nel mercato degli e-book ha cambiato il modo in cui gli editori vendono i propri libri, introducendo un modello chiamato “agency pricing” nel quale sono loro a decidere il prezzo e non più i rivenditori. Una strategia, questa, che non ha lasciato altra scelta ad Amazon, leader del mercato, se non quella di rivedere il proprio modello di business adeguandosi all`innalzamento dei prezzi.
“La decisione conferma che è illegale per una società prendere parte consapevolmente a una cospirazione finalizzata all`imposizione dei prezzi, qualunque sia il suo ruolo specifico nella cospirazione e qualunque sia il motivo d`adesione”, ha commentato William Baer, assistente del procuratore generale della divisione antitrust del dipartimento di Giustizia americano.
La risposta di Cupertino è arrivata, invece, per bocca del suo portavoce Josh Rosenstock che ha dichiarato: “Apple non ha cospirato per fissare il prezzo degli ebook e questa sentenza non fa nulla per cambiare i fatti. Siamo molto delusi dal fatto che la Corte non abbia riconosciuto l`innovazione e la scelta che l`iBooks Store ha portato ai consumatori. Pur trattandosi di un caso che vogliamo lasciarci alle spalle, è una questione di principio e di valori. Non abbiamo fatto nulla di sbagliato nel 2010 e adesso valuteremo i prossimi passi”.
(Italia Oggi)