Il Jobs Act non aiuta il lavoro. A maggio 63mila posti in meno

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jobs-act-675Scende l’occupazione anche tra i giovani. Crescono gli inattivi

Le misure del governo non riescono ancora ad avere effetti sull’occupazione. Il mercato sembra insensibile ai vantaggi fiscali e alle agevolazioni previste dal Jobs Act e dalla scorsa legge di Stabilità, buy confermando che i nuovi posti non si creano per legge. I dati dell’Istat per maggio conermano l’incertezza del mercato del lavoro che negli ultimi mesi ha visto l’alternanza di risultati positivi e negativi. A maggio sono andati persi 63 mila posti di lavoro rispetto al mese precedente mentre ad aprile l’Istat aveva registrato un incoraggiante recupero degli occupati (dopo un marzo negativo che aveva gelato gli entusiasmi sul Jobs Act) con il tasso di disoccupazione in calo al 12, see 4%. Il governo aveva parlato di svolta, di fine della crisi ma ora i dati di maggio confermano una estrema incertezza ed è azzardato parlare di ripresa.
Queste oscillazioni non hanno spostato di un decimale il tasso di disoccupazione che è rimasto stabile al 12,4%. Stabile anche il numero di disoccupati, su mese, mentre nei dodici mesi si registra un calo dell’1,8% (-59 mila).
In aumento il numero degli inattivi +0,3%, pari a +36 mila, a maggio dopo il calo dei quattro mesi precedenti. Nessun miglioramento per la disocupazione giovanile. Gli occupati 15-24enni diminuiscono del 2,8% rispetto ad aprile (-26 mila). La quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati) resta inchiodata al 41,5%.
«Gli effetti del Jobs Act sono inesistenti» twitta il capogruppo di Forza Italia a Montecitorio, Renato Brunetta. Per la Cisl «la ripresa è ancora troppo lieve per generare effetti stabili sul mercato del lavoro». Il segretario confederale della Uil Loy dice che questi dati non inducono all’ottimismo. «Oltre alla riduzione dell’occupazione, è preoccupante l’aumento degli scoraggiati».
Per il ministro Poletti i dati Istat sono il segno «di una situazione non ancora stabilizzata dove i dati positivi, come quello delle previsioni di assunzione delle imprese diffuso da Unioncamere, si incrociano ancora con elementi di problematicità». La Cgil è categorica: «Siamo lontani dalla ripresa di cui parla il governo: senza investimenti e creazione di posti di lavoro le norme introdotte produrranno ulteriore instabilità».
(Laura Della Pasqua)