(Repubblica) L’operazione in seguito all’inchiesta sulla gestione dei rifiuti, treat gli scarti di lavorazione delle navi. La richiesta di sequestro è giunta in Cassazione, purchase dopo due giudizi negativi per l’assenza di pericoli ambientali. Sette indagati, tra i quali l’ex direttore del cantiere e i titolari di sei aziende che vi lavorano
MILANO – Lo stabilimento di Monfalcone (Gorizia) di Fincantieri si ferma per l’intervento dei Carabinieri e scatta l’ira del presidente degli industriali, Giorgio Squinzi, che denuncia “un nuovo caso Ilva”.
In mattinata, la società quotata a Piazza Affari ha annunciato che è stata sospesa l’attività produttiva dell’intero cantiere, dal momento che i Carabinieri per la Tutela del Noe (Nucleo operativo ecologico) hanno effettuato un sequestro preventivo di aree del cantiere di Monfalcone, strategiche per la produzione, in esecuzione di un provvedimento del Tribunale penale di Gorizia. Il sequestro di cui dà notizia il Piccolo rientra nell’ambito di un’indagine avviata nel maggio 2013 dalla procura di Gorizia. La richiesta di sequestro, secondo quanto si apprende, era stata respinta dal Gip del Tribunale di Gorizia, nonché da quest’ultimo Tribunale in sede di appello. Un successivo ricorso per Cassazione presentato dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Gorizia era stato però accolto e dunque il Tribunale isontino era stato nuovamente investito della questione, disponendo stavolta la misura cautelare.
Nell’indagine risultano coinvolti l’ex direttore dello stabilimento Fincantieri di Monfalcone, Carlo De Marco, e i titolari di sei aziende che lavorano all’interno del cantiere; l’ipotesi di reato è l’attività di gestione di rifiuti non autorizzata. Gli altri indagati sono Nella Dosso, 55 anni, titolare della ditta ‘Pulitecnica friulana’ di Udine, Valter Radin (59), della ‘Petrol Lavori’ di San Dorligo della Valle (Trieste), Romeo Ronco (69) della ‘Marinoni’ di Genova, Francois Marcel Gaston Avon (58), della Carboline Italia, Corrado Annis (48) della ‘Sirn’ di Trieste e Fabio Bianchi (49) della ‘Savi’ di Genova.
La Procura della repubblica di Gorizia, nel giugno 2013 si era vista respingere la richiesta di sequestro, prima dal Gip e poi dal Tribunale, secondo cui non vi sarebbero state urgenze tali da giustificare una situazione di pericolo ambientale. Da qui il ricorso presso la terza sezione penale della Cassazione. L’inchiesta riguarda la gestione degli scarti di lavorazione nelle navi prodotti da parte delle ditte subappaltatrici di Fincantieri, che però non risultano titolari dell’autorizzazione a gestire i rifiuti. La contestazione riguarda in particolare il deposito temporaneo messo a disposizione da Fincantieri, dove i vari rifiuti vengono ammassati e quindi rimossi da parte di un’altra ditta subappaltatrice. La Corte ha accolto la tesi della Procura, per cui tutte le ditte in subappalto, e non solo Fincantieri, sarebbero soggette all’autorizzazione al trattamento rifiuti, anche in caso di semplice ‘stoccaggio’. La procedura utilizzata nel cantiere raffigurerebbe quindi un “deposito incontrollato”, sanzionato dal decreto legislativo sul trattamento dei rifiuti.
Il gruppo ha precisato che si tratta di scarti di lavorazione non nocivi per la salute; nel cantiere lavorano circa 4.500 persone tra dipendenti della stessa Fincantieri e operai delle società in appalto. Da oggi, come è stato reso noto dalla società, lavorano soltanto gli addetti alla manutenzione degli impianti, cioè un centinaio di persone. Al cantiere sono in costruzione alcune navi, grazie anche alla ripresa degli ordinativi, tornati a livello pre-crisi del 2007. Immediata la reazione del leader di Confindustria: “Stamattina la magistratura ha fermato la Fincantieri”, ha detto Squinzi. “Direi che è un altro caso Ilva, un altro caso in cui sembra che non si voglia che le imprese operino in questo paese. E questa è una cosa particolarmente grave”, ha aggiunto al suo arrivo all’assemblea annuale dell’associazione industriale bresciana. “Il 28 maggio scorso avevo parlato della famosa manina anti-imprese, con le notizie di questa mattina sono stato superato dalla realtà”. La vicenda si riverbera anche sul titolo, che tratta in netto calo mentre il Ftse Mib prova a riprendersi dalla batosta di ieri.