Draghi e lo “spettro” Grexit: «Entreremmo in territorio ignoto»

mario draghi
Share

mario draghi

Roma – La crisi si avvicina al punto di non ritorno. E l’ipotesi «Grexit» torna a farsi reale, medicine dopo il fallimento degli ultimi negoziati tra la Grecia e l’Ue . È Mario Draghi a esprimere le ultime preoccupazioni, spiegando però che serve «una decisione presa dai politici liberamente eletti e non dai banchieri centrali». Con un’uscita di Atene dall’euro «entreremmo in un terreno ignoto», ha spiegato perché se anche dopo le ultime riforme del sistema finanziario ci sono strumenti per gestire la situazione nel breve, «nel medio lungo periodo quali sarebbero le conseguenze per l’Ue? Questo non siamo in grado di prevederlo», le parole del numero uno della Bce. Che ha lanciato, ancora una volta, l’allarme: «La situazione economica in Grecia è drammatica» ma «non è responsabilità degli altri paesi dell’Eurozona o delle istituzioni europee».

«Nessun ricatto ad Atene»
Draghi ha respinto ogni accusa alla Bce di aver «ricattato» la Grecia, non acquistando i suoi bond negli anni scorsi sollevata da un parlamentare della sinistra spagnola. «La Bce non è un’entità politica» ha detto, sottolineando che «applichiamo le regole». Poi ha specificato i «tre motivi» per cui la Bce non acquista titoli greci e ha aggiunto che tali condizioni possono «essere riviste non appena sarà concluso con successo» la revisione del programma di aiuti. Il presidente della Bce ha poi sottolineato che un accordo tra la Grecia e i suoi creditori è «nell’interesse non solo della Grecia ma di tutta l’Eurozona» e tutti devono fare un passo in più per raggiungere una soluzione sebbene in questo momento «la palla sia nella metà campo del governo greco».

Crolla la Borsa
Intanto la tensione sui mercati è altissima: la Borsa di Atene crolla, lo spread si impenna. L’esito negativo dei negoziati ha dato un duro scossone ai mercati finanziari. La Borsa di Atene ha registrato un tonfo (apertura a -6,4%). Lo spread Btp-Bund ha aperto sopra 150 punti e quello tra il titolo tedesco e i Bonos spagnoli a 153 punti. Il rendimento dei bond italiani a 10 anni è al 2,3%. Il differenziale tra Germania e Grecia è oltre 1.040 punti. Male anche i principali indici europei. A Milano il Ftse Mib perde oltre un punto. Arretrano anche Francoforte e Parigi.

Verso Grexit?
«Io escludo una Grexit come soluzione ragionevole. Ma nessuno può escludere tutto: io non posso escludere che una cometa impatti la Terra», avverte il ministro delle Finanze greco, Y anis Varufakis, in un’intervista alla testata tedesca Bild. «Tutti siamo umani – spiega – ed è difficile ammettere gli errori. Credo che servirà tempo perché le istituzioni europee, Berlino e Bruxelles riconoscano che il programma che hanno appoggiato per cinque anni è stato un errore, però non c’è altra via». Ha poi sottolineato che la Grecia «deve vincolare il pagamento del debito alla crescita economica». Il premier greco, Alexis Tsipras, in una intervista al quotidiano Ton Syntakton, invita i creditori ad essere più realisti «dopo che hanno fatto richieste irragionevoli per fini politici» .«Si può soltanto vedere un obiettivo deliberatamente politico – incalza – nell’insistenza dei creditori sui nuovi tagli alle pensioni, dopo cinque anni di saccheggio nell’ambito dei salvataggi». La risposta dell’Ue arriva come una doccia fredda: «Le proposte dei creditori sono bilanciate, le dichiarazioni di Atene sono fuorvianti». Intanto Berlino, pur non nascondendo l’irritazione, chiarisce: «Noi vogliamo che la Grecia resti nell’Eurozona».

Juncker: una soluzione è ancora possibile
La rottura si è consumata al tavolo tecnico di Bruxelles. «Sebbene qualche progresso sia stato fatto, il negoziato non è riuscito, poiché resta una significativa distanza tra i piani delle autorità greche e le richieste di Commissione, Bce e Fmi», hanno spiegato dall’esecutivo Ue, sottolineando che la distanza significativa è «nell’ordine dello 0,5-1% del Pil, o l’equivalente di due miliardi di euro di misure fiscali permanenti su base annuale». Ed «inoltre la proposta greca resta incompleta». Il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, puntava ad un accordo con la Grecia prima della riapertura dei mercati. La palla passa ora all’Eurogruppo di giovedì prossimo ma lo stesso Juncker, dopo essersi detto «deluso» per l’ennesimo fallimento, chiarisce che la Commissione resta «pronta ad impegnarsi 24 ore al giorno e 7 giorni su 7» per altri negoziati.

(Il Secolo XIX)