(Repubblica) Exor ha depositato alla Sec americana i documenti definitivi per sollecitare gli azionisti della società di riassicurazione a votare contro l’operazione di fusione proposta da Axis. Avviata azione legale per avere l’elenco dei soci, healing la risposta: “E’ infondata”
MILANO – Continua a distanza il braccio di freddo tra Exor, la finanziaria degli Agnelli, e il board di PartnerRe, la società di riassicurazione per la quale la holding torinese ha lanciato una proposta d’acquisto da 6,8 miliardi di dollari, già innalzata rispetto a una precedente rispedita al mittente.
La società italiana ha depositato presso la Sec (l’Autorità Usa dei mercati finanziari) i documenti definitivi per sollecitare gli azionisti di PartnerRe “a votare contro l’inferiore operazione con Axis”. Il cda della potenziale preda ha infatti cestinato l’offerta di Exor, dicendo di preferire il progetto di fusione già avviato con la stessa Axis. Exor si è rivolta al Tribunale delle Bermuda per chiedere che venga reso noto l’elenco dei beneficiari effettivi delle azioni PartnerRe, dopo il rifiuto della società di riassicurazioni di condividere la lista completa degli azionisti.
La società presieduta da John Elkann ritiene che “gli azionisti di PartnerRe debbano avere l’opportunità di valutare compiutamente la proposta di Exor ed è determinata a fare in modo che gli azionisti di PartnerRe possano esercitare i loro diritti e assumere una decisione informata, basata sui fatti, circa il futuro di PartnerRe”. Exor risponde alle “affermazioni fuorvianti” fatte dal cda di PartnerRe rivolgendosi direttamente agli azionisti della società. La holding della famiglia Agnelli ribadisce ancora una volta “i benefici” della sua proposta e ricorda che sarà vincolante fino al 26 luglio, due giorni dopo l’assemblea degli azionisti di PartnerRe chiamata a votare sulla prospettata transazione con Axis.
Per gli azionisti ordinari di PartnerRe – spiega Exor – i benefici sono: un premio del 10% rispetto al valore implicito dell’operazione Axis, certezza di una proposta interamente in denaro, con il pagamento di dividendi fino al perfezionamento dell’operazione, una procedura veloce che si prevede di completare entro la fine del 2015″. Per gli azionisti privilegiati “una PartnerRe finanziariamente solida, senza modifiche del proprio livello di indebitamento, nessun cambiamento del loro status, la sicurezza derivante dall’impegno di Exor di attuare una politica di distribuzione del capitale più prudente sia rispetto a quella adottata precedentemente da PartnerRe, sia rispetto a quella prospettata dalla transazione con Axis, senza pagamenti di dividendi o distribuzioni straordinarie, una società controllante dotata di risorse finanziarie significative (con un net asset value di 15 miliardi di dollari)”.
Exor parla anche dei vantaggi per i dipendenti: “Una sicurezza significativamente maggiore in quanto conseguire risparmi attraverso licenziamenti non è una caratteristica della proposta di Exor in quanto non c’è da fare alcun complesso processo di integrazione, continuità del senior management – PartnerRe rimarrà una società indipendente, gestita dai suoi straordinari manager, l’opportunità di continuare a sviluppare PartnerRe in quanto società indipendente, protagonista puro nel settore della riassicurazione”.
Dalla società basata alle Bermuda arriva una secca risposta: “Le affermazioni di Exor sono infondate. Abbiamo rispettato i nostri obblighi quanto alla rivelazione di informazioni sugli azionisti in linea con le leggi in vigore nelle Bermuda e negli Usa. Intendiamo difenderci con forza e siamo fiduciosi che la loro richiesta sarà respinta”.