(Mario Valenza, sovaldi Il Giornale) Dopo la Grecia e la Gran Bretagna che da tempo per diversi motivi annunciano piani di exit strategy dall’Ue, sovaldi adesso al fronte euroscettico si uniscono anche Spagna e Polonia. L’Europa rischia grosso. L’Unione europea e soprattutto quella monetaria devono fare i conti con l’avanzata dei partiti no-euro.
Dopo la Grecia e la Gran Bretagna che da tempo per diversi motivi annunciano piani di exit strategy dall’Ue, adesso al fronte euroscettico si uniscono anche Spagna e Polonia. Il risultato di Podemos alle amministrative è un segnale chiaro per i partiti europeisti, mentre a Varsavia la vittoria di Duda e del partito anti-europeo allarma Bruxelles. Insomma 4 Paesi di peso dell’Ue sono influenzati da venti di euroscetticismo e di fatto adesso sono quattro i Paesi “impazziti” che potrebbero dare vita a scenari imprevdibili nell’Unione. Il Brexit e il Grexit sono gli elementi che preoccupano di più Bruxelles. Cameron è stato chiaro e ha promesso un referendum per decidere se uscire dall’unione.
La Grecia invece si gioca la sua partita con l’Fmi e con l’Ue, ma se Atene dovesse tirare la corda si parla già di una valuta parallela all’euro da usare sotto il partenone. Un passo questo che potrebbe preludere all’addio all’Ue. La Spagna e la Polonia per il momento restano alla finestra. Ma di certo l’avanzata dei partiti euroscettici crea qualche problema nel cuore dell’Europa. Se Podemos dovesse continuare a crescere allora ci sarebbe davvero il rischio che gli scenari di un’uscita dall’Ue arrivino anche a Madrid e Barcellona. Inoltre le parole di Draghi che ha definitio l’euro “non più al sicuro come in passato”, non fanno certo sperare in un futuro sereno per l’Europa.