(Repubblica) Marchionne ha scritto alla numero uno Mary Barra proponendo un incontro per studiare la fusione, ma la richiesta è stata fatta cadere nel vuoto. Il titolo del Lingotto finisce così sotto i riflettori del mercato. Gli analisti: la proposta non è comunque esclusa
MILANO – Giornata di debolezza per Fiat Chrysler Automobiles a Piazza Affari. Il titolo del gruppo automobilistico sul Ftse Mib segna un calo di circa tre punti percentuali, superando la perdita pur pesante del listino principale milanse.
Nel corso del fine settimana, l’International New York Times ha riportato che a metà marzo l’amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne, inviò una mail a Mary T. Barra (il numero uno di General Motors) per sollecitare un incontro al fine di discutere una possibile fusione. Scrivendo alla collega, Marchionne avrebbe sottolineato il “potenziale successo commerciale di una fusione” illustrando “in dettaglio come le case automobilistiche mondiali avessero bisogno di consolidarsi per risparmiare denaro” e suggerendo che la “fusione tra Gm e Fiat Chrysler porterebbe a tagliare i costi per miliardi di dollari ed a creare una superpotenza nel settore auto”. Ma questa analisi – sempre stando alle indiscrezioni del Nyt – non avrebbe suscitato l’interesse di Barra né del board di Gm e “la richiesta di un incontro da parte Marchionne è stata lasciata cadere”.
“La notizia non ci sorprende – commenta Equita nel report diffuso alla riapertura dei mercati – e riteniamo che Gm, nonostante Barra abbia già respinto pubblicamente questa proposta, resti un’opzione possibile”. Così gli analisti che hanno confermato il giudizio buy sul titolo e con il prezzo obiettivo a 16,6 euro, aggiungendo che “trattandosi di public company non escludiamo che Fca possa fare una proposta di aggregazione (swap ratio), cercando di convincere i soci”.
Intanto ad aprile le immatricolazioni a livello globale di Fca sono calate dell’1% su base annua a 408mila (stabili da inizio anno a 1,53 milioni di unità). Il dato di aprile è inferiore alla guidance dei volumi 2015 pari a +4/+8% a 4,8-5 milioni di unità. “Riteniamo che il contributo dei nuovi modelli permetta un recupero in corso d’anno, ma la debolezza dell’america latina renda difficile raggiungere la guidance di volumi 2015; ciononostante, riteniamo che le guidance operative restino raggiungibili grazie al recupero in corso in Emea e al rafforzamento del dollaro”, conclude la sim milanese.
“Riteniamo che le chance che avvenga un’operazione di fusione siano inferiori ora rispetto a uno o due mesi fa – commentano gli analisti di Akros – ma allo stesso tempo non escludiamo del tutto lo scenario”. Secondo altri operatori, al di là delle prese di beneficio odierne, l’appeal speculativo continuerà a supportare il titolo Fca e non è da escludere – è il parere di qualche analista – che visto lo stop arrivato nuovamente dal numero uno di Gm, il Lingotto decida di rivolgersi direttamente agli azionisti del gruppo Usa.