no rx NESSUNA TRANCHE DI AIUTI A MARZO” width=”348″ height=”232″ />Nessun accordo con la Grecia oggi all’Eurogruppo, come previsto già da giorni, ma una dichiarazione con cui l’Eurozona chiederà ad Atene “un lavoro più duro” per arrivare ad un’intesa entro qualche settimana perché “il tempo sta finendo”. Ma, non fidandosi delle intenzioni del Governo e per paura che possa verificarsi un incidente di liquidità da un momento all’altro, i creditori internazionali starebbero preparando un ‘ultimatum’ da presentare a Tsipras a fine maggio. Un’offerta ‘prendere o lasciare’, negli ultimi giorni utili per sbloccare gli aiuti: a fine giugno scade il programma e, con esso, svaniranno anche i sette miliardi ancora disponibili per Atene. I ministri delle finanze della zona euro metteranno nero su bianco l’auspicio di raggiungere “un’intesa nelle prossime settimane”.
E’ la prima volta dal 20 febbraio che torneranno a scrivere le loro intenzioni assieme ad un invito, diplomatico solo nella forma, ad “aumentare l’impegno” per raggiungere la meta. I negoziati hanno avuto un’accelerazione nelle ultime settimane, da quando gli interlocutori del Brussels Group sono cambiati in seguito al ‘rimpasto’ di Tsipras. Ma gli ostacoli restano numerosi. Alcuni sono pratici: le trattative si svolgono a Bruxelles e non ad Atene come prima, rallentando il lavoro di verifica dei dati dei ministeri. Altri sono di principio: il Governo non vuole toccare le pensioni e nemmeno aumentare l’Iva. “Su nessuno dei dossier in discussione si è arrivati a una conclusione”, ammette una fonte. Sui negoziati pesa quindi una profonda incertezza, anche a causa della crisi di liquidità che sta vivendo il Governo greco, costretto a fare fronte a tutte le scadenze contando solo sul suo magro bilancio. Finora Tsipras è riuscito a rispettare tutti gli impegni ma mercoledì è in arrivo il pagamento di 800 milioni di euro al Fmi e non è ancora chiaro come riuscirà a farvi fronte. A causa di tutti questi dubbi l’Ue – riporta Katimerini – starebbe preparando un ‘ultimatum’ da consegnare alla Grecia a fine maggio. Una lista di riforme necessarie per sbloccare i 7 miliardi di aiuti, non negoziabile, che se venisse rigettata farebbe chiudere per sempre all’Ue i cordoni della borsa. E’ un modo per mettere alle strette Tsipras che avrebbe poco tempo per decidere e quindi non potrebbe convocare un referendum sulle misure richieste. E se rigettasse l’oferta, si troverebbe ad affrontare da solo le scadenze con la Bce, che ammontano a circa 6 miliardi tra giugno e luglio. Una cifra che non potrebbe mettere insieme nemmeno dando fondo a tutte le riserve.