(di Andrea Secchi, patient Italia Oggi) Il dossier Mediaset dovrebbe arrivare in consiglio di amministrazione di Vivendi il prossimo 12 maggio. Questo almeno quello che ha rivelato la francese Lettre de l’expansion, view secondo cui i rumors già circolati nelle scorse settimane si concretizzeranno e il presidente e maggior azionista di Vivendi, seek Vincent Bolloré, tirerà fuori le carte sulle acquisizioni che ha in mente e fra queste quella del gruppo televisivo italiano.
Ieri la notizia ha movimentato la seduta di Borsa con il titolo del Biscione che è stato sospeso in mattinata registrando un rialzo teorico del 7,44% per poi chiudere con un botto del +8,23 a 4,684 euro. Peraltro la Lettre si è spinta oltre, parlando di una disponibilità della famiglia Berlusconi a disimpegnarsi dalla televisione per concentrarsi su Mondadori, cosa tutta da verificare. In realtà il gruppo televisivo non ha mai fatto mistero di essere aperto a un socio che gli permetta di rafforzarsi, ma facendo soprattutto riferimento alla pay tv.
Di un interessamento di Vivendi per Mediaset si è parlato spesso, e anche in passato ci sarebbero stati contatti su Premium. Che però Vivendi voglia ora espandersi per diventare un gruppo media internazionale è stato ribadito anche dal ceo Arnaud de Puyfontaine, secondo cui i target delle acquisizioni devono essere società con «valore intrinseco» che può essere massimizzato grazie agli altri business del gruppo.
Soprattutto attraverso le sue acquisizioni Vivendi vuole dare valore a contenuti propri, grazie a una scala internazionale. Si pensi a quello che fa Netflix: grandi investimenti in produzioni originali che riescono ad attrarre abbonati, possibili perché il mercato non è limitato a quello domestico, ma si espande in molteplici paesi. In un’intervista al Financial Times, de Puyfontaine aveva fatto l’esempio della serie Marco Polo prodotta da Netflix e costata circa 90 milioni per 12 episodi, mentre la serie Versailles prodotta da Canal Plus, controllata da Vivendi, è costata 30 milioni per 10 episodi. Avere una scala di distribuzione più ampia consente di investire di più e di avere ritorni maggiori.
Oltre a Canal Plus e alla casa di produzione cinematografica Studio Canal, Vivendi possiede Universal Music e ora è in procinto di acquisire l’80% di Dailymotion, la società di video online valutata 265 milioni di euro. Secondo Lettre de l’expansion, però, oltre a Mediaset nel mirino ci sarebbe anche un’altra casa di produzione e distribuzione di film, la EuropaCorp fondata da Luc Besson. È possibile poi, aveva già detto il ceo, che si pensi anche a editori di libri, visto che la maggior parte dei soggetti per i film è tratta appunto da libri.
Dopotutto Vivendi, a breve azionista di Telecom e nel cui cda è entrato anche Tarak Ben Ammar, ha 11 miliardi di euro di cassa grazie alle dismissioni degli ultimi due anni che sono valse 35 miliardi. Cassa che Bolloré è deciso a impiegare proprio per farne un gruppo media internazionale.
Ma quella su Vivendi non è stata l’unica notizia che ha riguardato Mediaset. Venerdì l’agenzia Reuters aveva parlato di una proposta di acquisto di Mediaset Premium da parte di Sky, proposta rinviata al mittente. Sullo sfondo l’interesse di Sky verso la Champions League che Mediaset avrà in esclusiva per le stagioni 2015-2018, il motivo per cui i contatti informali non sarebbero cessati.