La banca ha cumulato perdite per 10 miliardi nel triennio. Il presidente della Fondazione, Clarich: “Mandato ai cacciatori di teste per trovare il presidente dopo Profumo. Ci sono già dei nomi”. Viola: “Le aggregazioni sono un’opportunità”. Il presidente: “Sull’operazione Alexandria è Nomura che si deve preoccupare”
(dal nostro inviato ANDREA GRECO, Repubblica)
SIENA – L’ultima assemblea di Alessandro Profumo presidente al Monte dei Paschi di Siena è una maratona che ha approvato il bilancio 2014, l’aumento di capitale da 3 miliardi di euro e il rinnovo del consiglio di amministrazione.
A tenere banco, però, è il processo di aggregazione, spinto dalla Bce per rafforzare il patrimonio della banca senese e farle ritrovare redditività. Una prospettiva che indispettisce il campanilismo dei soci senesi, mentre l’amministratore delegato, Fabrizio Viola, ha parlato dell’eventualità di fusione come di “un’opportunità e non un problema o un nuovo vincolo”. Parlando dei conti, il manager ha ricordato che il bilancio “chiude con una grande perdita, 5,4 miliardi, che conclude un triennio in cui le perdite cumulate sono state di 10 miliardi. Una situazione straordinaria”, ha aggiunto. “Credo che ci sarà un futuro migliore e anche in una fase delicata come quella di un’aggregazione farsi trovare col vestito stirato e con le carte in regola possa rappresentare un’occasione vera e profittevole e non un problema”.
Ma per cambiare davvero pagina, il Monte deve chiudere la pagina del derivato Alexandria, l’operazione congegnata con Nomura nel 2009 per occultare 220 milioni di perdite nel bilancio di allora ma che ha prodotto nel tempo immensi rischi finanziari: nelle risposte scritte ai soci, la banca ha scritto che nel 2013 il Var (value at risk) massimo è stato superiore ai 200 milioni giornalieri, una rischiosità più adatta a un fondo speculativo che a una banca d’affari. E mentre si intensificano le voci su una possibile trattativa negoziale con la banca giapponese – nelle prossime ore a Milano dovrebbero incontrarsi emissari dei due istituti per un primo scambio di informazioni a riguardo – dalla procura milanese che ha concluso l’indagine penale su Alexandria emergono nuovi dettagli, come la lettera inviata, tre mesi fa, da Profumo e Viola alla Bce, in risposta al diktat di vigilanza di chiudere entro il 26 luglio “salvo impedimenti legali” tutte le posizioni collegate alla complessa operazione (3 miliardi di Btp, uno swap sui loro tassi, un pronti contro termine sugli stessi titoli, un finanziamento di pari importo a tasso zero per garantire Nomura).
“Su Alexandria non faremo nulla di specifico finché gli elementi penali sono aperti: la Bce ci ha detto di chiudere la posizione entro il 26 luglio a meno di impedimenti legali – ha detto Profumo -. Verificheremo il contenuto dell’impedimento legale, a nostro avviso quello in corso lo è. Una chiusura incauta delle posizioni da parte del cda potrebbe essere non corretta. Comunque, dopo le transazioni poco chiare di denaro emerse nell’indagine di Milano tra ex dipendenti di Mps e di Nomura, voglio dire con fermezza che noi ci consideriamo i danneggiati, e stiamo ricalcolando il danno. Se c’è qualcuno che deve preoccuparsi è la nostra controparte Nomura”. Il banchiere si riferisce alla retrocessione di quasi un milione di euro, su conti off shore, che il regista della ristrutturazione di Alexandria Raffaele Ricci, di Nomura, fece a favore dell’ex responsabile finanziario senese, Gian Luca Baldassarri. Nel marzo 2013 Mps aveva già chiesto danni per 936 milioni ai suoi ex manager e a Nomura, in sede civile. Chiudere la posizione Alexandria costerebbe, a valori di mercato, circa 850 milioni per Mps, con impatto di circa 450 milioni sul conto economico.
Nell’aria, a Siena, c’è anche la questione del dopo Profumo: il presidente ha già annunciato che lascerà dopo il completamento dell’aumento di capitale di giugno, e con i soci in assemblea è parso volersi togliere molti dei sassolini che gli si sono infilati nelle scarpe in questo triennio senese. “Io non mi sono candidato – ha risposto a un socio che gliene chiedeva conto – è molto diverso, mi è stato richiesto di accompagnare la banca per l’aumento e per periodo identificazione di chi mi dovrà succedere. Temo che le mancherò visti gli accidenti che mi ha attirato in questo periodo, ma ci sarà un altro presidente con cui lei e altri se la potranno prendere. Devo dire che è un fenomeno particolarmente interessante, e che fa parte di questo paese, che chi senza compenso cerca di sanare danni che altri hanno fatto viene insultato”. La Fondazione Mps, presente in assemblea con il 2,5%, sta già valutando alcuni nomi per la successione. Lo ha detto il presidente dell’Ente, Marcello Clarich: “Abbiamo dato mandato congiunto ai cacciatori di teste, valuteremo poi con i pattisti. Stiamo andando a esplorare alcune soluzioni in perfetto accordo. Ci sono già dei nomi”.