Al via l’offerta delle azioni della catena di abbigliamento retail. Nelle casse della società controllata dal fondo inglese Bc Partner entreranno fino a 457 milioni, che saranno utilizzati per migliorare la posizione finanziaria netta: al 31 ottobre era negativa per 707 milioni
(di CARLOTTA SCOZZARI, Repubblica)
MILANO – Dopo Banzai, che si prepara a debuttare a Piazza Affari lunedì 16 febbraio, prende il via l’offerta delle azioni Ovs spa, la nota società attiva nell’abbigliamento retail nata da una costola della Coin. Lo sbarco in Borsa (Ipo) avverrà attraverso un’offerta globale di vendita e sottoscrizione, il che significa che una parte dei titoli sarà messa in palio dagli attuali azionisti e la restante arriverà da un aumento di capitale. Si potranno sottoscrivere, in totale, 101 milioni di azioni ordinarie della società che rappresentano il 44,5% del capitale. Il 10% dell’offerta è rivolto al pubblico indistinto, per cui il periodo di sottoscrizione prenderà il via lunedì 16 febbraio 2015 e terminerà martedì 24. Il 90% delle azioni è invece riservato agli investitori istituzionali, per i quali l’offerta è partita il 13 per chiudersi il 24 febbraio.
INTERVALLO DI PREZZO E PROVENTI: Il ricavato stimato derivante dall’offerta globale, al netto delle commissioni massime riconosciute al consorzio di banche, è di 530 milioni di euro. Una cifra che, sempre ragionando nella migliore delle ipotesi, sarebbe suddivisa in 73 milioni che finiranno nelle tasche dei soci venditori, e dunque di Coin, e in 457 milioni che andranno invece nelle casse della società. La valorizzazione di Ovs che corrisponde a questo ammontare massimo è di 756 milioni, mentre quella minima è di 560. Ai due valori corrisponde un intervallo di prezzo di Ipo tra 4 e 5,4 euro per azione.
GLI AZIONISTI PRIMA E DOPO L’IPO: Il 100% di Ovs è ora in mano al Gruppo Coin, che nell’ambito dell’offerta conta di vendere 14 milioni di azioni, mentre i restanti 87 milioni arriveranno dall’aumento di capitale. In questo modo, il gruppo dell’abbigliamento primo socio con base a Venezia, post Ipo, ipotizzando il pieno successo dell’operazione, scenderà al 55,5% dell’azionariato, mentre il mercato avrà in mano il 44,5% (flottante). In caso poi di esercizio della cosiddetta opzione “greenshoe”, che offre la possibilità di aumentare il numero di azioni in palio, Coin stazionerà al 50,7% mentre il mercato si troverà al 49,3 per cento.
DA DOVE NASCE OVS-UPIM: Dietro il Gruppo Coin si celano i fondi di private equity Bc Partners attraverso una rete intricata di società. Nel dettaglio, l’intero capitale sociale di Coin è detenuto da Icon 2, con sede legale in Lussemburgo, a sua volta interamente posseduta da Icon 1, che pure è collocata nel Granducato. Icon 1 è, a sua volta, posseduta per l’80,81% dai fondi Bc European Capital, “gestiti in via del tutto discrezionale e indipendente da Cie Management, in qualità di socio gestore che ha la facoltà di determinare le relative decisioni di voto”. Questi fondi fanno capo a Bc Partners, che è poi il private equity che, nel 2011, ha comprato da un altro fondo, Pai, la Coin, gruppo dell’abbigliamento retail per il quale gli ultimi anni sono stati finanziariamente difficili. Ovs, che detiene anche il marchio Upim, nasce proprio da una costola del Gruppo Coin (in gergo finanziario si parla di “ramo di azienda”).
IL NODO DEL DEBITO: I proventi in arrivo con la quotazione in Borsa (considerando ovviamente solo il denaro che entrerà nelle casse della società con l’aumento di capitale), come detto fino a 457 milioni, saranno utilizzati per lo più proprio per ridimensionare il super debito cresciuto con l’avvicendarsi dei fondi di private equity. “L’emittente – spiega il prospetto informativo – utilizzerà, in tutto o in parte i proventi derivanti dall’offerta per rimborsare l’indebitamento finanziario derivante dal vecchio contratto di finanziamento per un importo pari a circa 335 milioni tenendo conto che la restante parte sarà oggetto di rifinanziamento”. Prima della quotazione la società aveva un indebitamento netto di 707 milioni, in larga misura riveniente da quello contratto a suo tempo in occasione dell’acquisizione di Bc partners del gruppo Coin dal fondo Pai. Post aumento di capitale, in sede di quotazione, 335 milioni saranno utilizzati per abbattere il vecchio debito mentre sono state concordate nuove linee di credito per complessivi 475 milioni, che serviranno a estinguere quel vecchio debito. E’ possibile tuttavia che ne verranno tirate di meno al momento dell’Ipo, grosso modo 300-350 milioni, perché l’andamento dell’indebitamento è molto stagionale per il gruppo Ovs.
I NUMERI DI BILANCIO DI OVS: Il gruppo Ovs ha registrato perdite per 20,3 milioni e 24,1 milioni nel periodo dei nove mesi chiuso rispettivamente al 31 ottobre 2014 e al 31 ottobre 2013, nonché perdite per 10,1 milioni, 45,2 milioni e 7,5 milioni negli esercizi chiusi rispettivamente al 31 gennaio 2014, 2013 e 2012. Nell’anno di bilancio terminato al 31 gennaio 2014, i ricavi consolidati si sono attestati a 1.136,2 milioni di euro. Al 31 ottobre 2014, il margine operativo lordo (ebitda) era pari a 94 milioni. L’obiettivo della società è di scendere dal rapporto posizione finanziaria netta/ebitda di 5 volte al 31 ottobre 2014 a un rapporto di 2 volte, con un milgioramente sensibile dell’indebitamento complessivo. Comunque il nuovo finanziamento prevede un covenant finanziario di 3,5 volte tra posizione finanziaria netta ed ebitda. Il nuovo finanziamento ha un costo intorno al 3% più l’euribor a tre mesi, mentre il vecchio costava circa il 5% più l’euribor a tre mesi.
POTENZIALI CONFLITTI DI INTERESSI: Il prospetto informativo segnala che Banca Imi, la divisione di investimento del gruppo Intesa Sanpaolo, figura tra gli organizzatori dell’Ipo (joint global coordinator e joint bookrunner), il che significa che garantirà il collocamento dei titoli in offerta. Il gruppo Intesa, però, non soltanto è tra vecchi finanziatori di Coin e Ovs, ma figura anche tra le banche che hanno concesso il nuovo prestito. E il discorso è analogo per Unicredit Corporate & Investment Banking, divisione che fa capo all’omonimo gruppo bancario e che ricopre il ruolo di coordinatore dell’offerta globale delle azioni Ovs.