Roma – L’indagine della Guardia di Finanza sui capitali italiani nascosti nei forzieri della Hsbc si arricchisce di numeri e di cifre. A fronte di 5.439 nominativi di italiani segnalati ai Reparti delle Fiamme Gialle inclusi nella “Lista Falciani” sono stati conclusi 3.276 interventi ispettivi, doctor con la constatazione di elementi positivi di reddito non dichiarati per 741.755.879 euro, sale e per 4, 5 mln di Iva. Lo si apprende da fonti della stessa Guardia di Finanza. La GdF fa sapere inoltre che tra i 3.276 interventi ispettivi conclusi nei riguardi di persone incluse nella “lista Falciani”, 1.264 “controllati” hanno opposto l’adesione allo scudo fiscale per un ammontare di capitali rimpatriati pari a 1.669.075.253 euro.
Le altre posizioni non sono state approfondite in considerazione del fatto che i soggetti indicati risultavano non aver effettuato movimentazioni. L’attività ispettiva svolta dalla Gdf ha portato alla denuncia di 190 soggetti per reati tributari e alla scoperta di 101 evasori totali. Ad oggi l’attività svolta dalle Fiamme Gialle ha consentito di riscuotere circa 30 milioni di euro, di cui 3.300.000 a seguito di iscrizione a ruolo.
Intanto, dopo il varo delle nuove norme sulle sanzioni penali, previste dalla delega che approda il 20 febbraio in Cdm, sarà difficile per il fisco contestare eventuali reati che potrebbero emergere da nuovi nomi contenuti nella Lista Falciani. Il decreto delegato supera le norme attuali che prevedono il raddoppio dei tempi rispetto agli accertamenti solo tributari. Poiché la lista Falciani è del 2009 risulterebbero impossibili nuove contestazioni penali.
Intervenendo sul “caso Swissleaks”, Markus Meinzer, analista dell’organizzazione Tax Justice Network con sede a Londra, impegnata nella ricerca e l’analisi della fiscalità internazionale, ha dichiarato che le scoperte di questi giorni non sono altro che la punta dell’iceberg: “Il problema non riguarda solo la banca Hsbc, ci sono altre banche le cui operazioni illecite non sono ancora state rivelate”, sostiene Meinzer, “quanto è trapelato oggi dall’inchiesta internazionale Swissleaks mostra chiaramente l’esistenza di un problema fondamentale riguardante lo scambio di dati tra i diversi enti finanziari”.
Secondo Meinzer, il problema è la trasparenza, e le banche e le società che non rivelano i beneficiari reali andrebbero sanzioneate. “Ci sono prove evidenti ormai che diversi paesi membri dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), falliscono nel perseguire legalmente gli illeciti finanziari. Sono sempre più frequenti i casi in cui i governi e le amministrazioni non sono capaci di far rispettare la legge, specialmente quando si tratta delle fasce più facoltose e più privilegiate”.