Italia al palo, rallenta la crescita globale. Ma le Borse credono in Draghi

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090708879-b7ec962d-1cbf-4dfa-893a-e01ddf7dcf3bI mercati in cauto rialzo nonostante le indicazioni di debolezza giunte dal Fondo monetario internazionale, ailment che ha sforbiciato di 0, sale 3 punti percentuali le stime di espansione del Pil portandole al +3, health 5% per il 2015. Per il Belpaese un timido +0,4% e la maggiore revisione (al ribasso) tra i principali Paesi Ue rispetto a ottobre. Spread stabile, euro sopra 1,15. Petrolio debole, bene le piazze asiatiche con la Cina

(di RAFFAELE RICCIARDI, Repubblica)

MILANO – Ore 11:32. Dopo la Banca Mondiale, anche il Fondo monetario internazionale prende atto del fatto che la crescita globale sarà meno incisiva delle aspettative e taglia le stime sul Pil, nonostante il calo del prezzo del petrolio e la forza della ripresa degli Stati Uniti. Secondo l’organismo guidato da Christine Lagarde, nel 2015 il Prodotto interno lordo del mondo crescerà del 3,5%, 0,3 punti percentuali meno di quanto inizialmente stimato nel World Economic Outlook, per poi passare al +3,7% l’anno prossimo. Male, in questo contesto, l’Eurozona, la cui espansione si limita al +1,2% nell’anno in corso: forbici su Germania e Francia, si salva solo la Spagna nel Vecchio continente. Malissimo l’Italia, che con una previsione di +0,4 e +0,8% rispettivamente per quest’anno e il prossimo, subisce la più grande revisione tra le principali economie Ue (-0,5 punti percentuali) rispetto al Weo di ottobre.

Ancora una volta, dopo questi dati, il mondo si trova a fare i conti con una ripresa poco consistente, che in alcune parti d’Europa – vedi l’Italia – è davvero al lumicino. Ulteriori indicazioni perché la decisione (in calendario il 22 gennaio) della Bce di lanciare un quantitative easing, un ampliamento della base monetaria attraverso l’acquisto di titoli di Stato, si faccia in proporzioni importanti, per accompagnare l’Eurozona fuori dalla deflazione e sostenere la crescita. Un segnale di ottimismo arriva dall’indice che misura la fiducia degli investitori tedeschi. L’indice Zew mostra a gennaio un incremento a 48,4 punti contro i 34,9 punti di dicembre. Il dato è oltre le attese degli analisti, che si aspettavano che l’indice si fermasse a quota 40 punti. Si tratta del terzo aumento consecutivo, arrivando così sui massimi dallo scorso febbraio. In Italia si pubblicano i dati sulla bilancia commerciale. Di crescita e insicurezze si parlerà anche al forum di Davos, che comincia domani nella cittadina svizzera; già per questa sera è previsto l’arrivo del premier italiano, Matteo Renzi. Di nuovo in Germania, intanto, i prezzi alla produzione industriale hanno registrato una flessione dello 0,7% a dicembre su novembre e dell’1,7% su anno, dati sopra le attese.

I mercati, intanto, paiono continuare scommettere su Mario Draghi: le ultime sedute, caratterizzate sempre da una discreta dose di volatilità, si sono contraddistinte per significativi guadagni. A Piazza Affari gioca anche l’attesa per una riforma del settore del credito, che dovrebbe portare le Popolari a trasformarsi in Spa: si attendono novità dall’odierno Consiglio dei Ministri. Il Ftse Mib sale dello 0,77%. Oltre al comparto del credito, si guarda a Saipem – coinvolta in vicissitudini processuali e anche punita da Macquarie, che ha abbassato il rating a ‘underperform’ – e Pirelli, promossa da Ubs a ‘buy’. Nel resto d’Europa, Parigi e Francoforte salgono rispettivamente dello 0,72% e delo 0,14%, Londra è poco distante a +0,35%.

L’euro è intanto stabile in area 1,15 dollari. La divisa europea si posiziona sui valori della vigilia. Contro lo yen la moneta unica vale circa 137. Verso il franco svizzero, la divisa unica oscilla sulla soglia della parità. Sul fronte delle materie prime, i prezzi del petrolio sono in calo leggero con il Brent che staziona poco sopra 48,7 dollari al barile, mentre il Wti cede terreno in area a 47,5 dollari al barile. Oro stabile in Asia dopo una vigilia caratterizzata dal rialzo del metallo giallo seguito alla decisione della Banca centrale svizzera di sganciare il franco dal cambio fisso con l’euro. L’oro viene scambiato a 1.276,27 dollari l’oncia.

Andamento senza scossoni anche per lo spread tra Btp e Bund. Il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato decennali italiani e gli omologhi tedeschi è di 128 punti base. In mattinata, la Borsa di Tokyo ha chiuso la seconda seduta in rialzo (+2,07%), grazie all’indebolimento dello yen. Sotto l’influsso delle attese per il Qe della Bce e anche per nuove misure di allentamento dalla BoJ, il rendimento sui titoli quinquennali giapponesi è passato per la prima volta in negativo. Sui dieci anni siamo sotto quota 0,2%.

Dalla Cina sono arrivati dati letti positivamente: è vero che Pechino ha visto la sua crescita economica rallentare bruscamente nel 2014 (ai minimi dal 1990), con il Pil “fermo” al +7,4%, il livello più basso da 24 anni, contro il 7,7% del 2013 e al di sotto dell’obiettivo del 7,5% fissato dal governo. D’altra parte, la produzione industriale è cresciuta del 7,9% a dicembre, in accelerazione dal +7,2% di novembre. Inoltre, nell’ultimo trimestre il Pil si è mosso del 7,3% contro il +7,2% stimato dal panel di Bloomberg e le vendite al dettaglio sono cresciute dell’11,9%. Dopo il contraccolpo di lunedì, la Borsa di Shanghai ha così potuto accelerare al +1,82%.

Negli Usa, Wall Street è chiamata a riprendere le contrattazioni dopo un giorno di festività. L’ agenda macro presenta i dati relativi alla fiducia dei costruttori per gennaio, poi prosegue la stagione di trimestrali.