“Come succederà esattamente sarà deciso l’anno prossimo. I prossimi passi saranno decisi nel primo trimestre del prossimo anno”, ha aggiunto, precisando, come già ieri ha evidenziato Draghi, che la futura politica monetaria verrà determinata da diversi fattori come l’impatto del deprezzamento dell’euro sull’export e le condizioni del sistema bancario.
Tuttavia i membri della Bce, aperti a ulteriori interventi di politica monetaria per favorire la crescita della zona euro e contrastare la bassa inflazione, non intendono agire d’impulso. “La posizione del consiglio Bce è di non sparare cartucce frettolose ma piuttosto di vedere quali saranno gli sviluppi sul fronte economico e avere la possibilità di riflettere ulteriormente su altre considerazioni il prossimo anno”, ha osservato
Ieri Draghi ha peraltro precisato che non occorre l’unanimità per decidere il lancio del QE e che, all’inizio del 2015, la Bce deciderà se intraprendere ulteriori interventi per dare nuovo vigore all’economia della zona euro, lasciando intendere che non consentirà che la Germania o altri Paesi membri si oppongano.
E stamani il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, non ha potuto far altro che sottolineare che l’opposizione della Germania e di altri governi della zona euro non impedirà all’Eurotower di agire anche attraverso un piano di acquisto di titoli di Stato. Schaeuble ha comunque ribadito che a suo avviso una politica monetaria eccessivamente accomodante è la causa e non la soluzione dei problemi dell’economia europea.
Per Anatoli Annenkov, economista di Societe Generale, le probabilità di un’azione della Bce a gennaio sono in aumento. Infatti il chiarimento di Draghi sull’intenzione, e non più sull’attesa, di espandere il bilancio di 1.000 miliardi di euro rappresenta “un chiaro segnale che la Bce sta gradualmente andando verso ulteriori azioni”. L’Eurotower si è semplicemente presa ulteriore tempo per preparare i dettagli tecnici e allo stesso tempo raccogliere più dati su inflazione e aspettative sui prezzi al consumo, oltre che sulla Tltro di dicembre e sugli acquisti di asset. Inoltre il 14 gennaio la Corte di Giustizia europea dovrebbe esprimersi sul programma Omt.
A questo proposito, Draghi è stato cauto nel sottolineare che “le nuove proiezioni economiche della Bce non incorporano completamente il recente calo dei prezzi del petrolio”, il quale potrà avere “effetti diretti e indiretti sull’inflazione, inclusa quella core, sui salari e sulle aspettative. Tutto questo verrà rivalutato all’inizio dell’anno prossimo, insieme agli stimoli monetari”, ha osservato ancora Annenkov, convinto che alla fine la Bce agirà, “anche con una maggioranza più ridotta”.
di Francesca Gerosa
Milano Finanza