NON NE POSSO PIU’ DELLA PANDOLFI
La seduzione? Un virus. La sua immagine? Un cruccio. Le interviste? Pericolose: perché i pensieri amorosi delle donne sono ingovernabili. Confessioni sull’orlo di una crisi di nervi di Marta Venturi, avvocato di Soccorso Rosso. Ovviamente al cinema.
di Cesare Lanza Capital
E’ seduttiva. Imprevedibile. Complessa. Comunque, molto diversa da come l’immaginavo. Mi punta gli occhi (splendidi) addosso e non li abbassa mai, per prima.
E’ diretta, rapida. E cerca complicità, come se fossimo a un esame: dice subito che non vorrebbe parlare. La guardo, disorientato, e lei spiega che ci sarebbero due ragioni per non farla, questa intervista.
“Un attore non dovrebbe mai svelarsi: non gli è utile. Dovrebbe parlare solo attraverso i personaggi che interpreta. La seconda ragione è che l’intervista stride col mio carattere. E’ un lavoro. Ma iI mio lavoro è esprimermi sul set. Fare interviste è un altro lavoro: bisogna saperlo fare. E io non ne sono capace.”
Si sente a disagio?
“Tutto sommato, sì. Non ho risposte pronte da dare. E poi, se anche riesco a darle, e sono riferite correttamente, non dubito di questo, sulla carta stampata assumono un altro significato. Infine, ci sono i titolisti e i titoli, in due parole, non possono cogliere mai la verità di quello che si è detto.”
Potremmo provare.
“E ancora una cosa che mi pesa, da tanto tempo.”
Un famoso episodio, immagino. Sono passati tanti anni e però sempre a quell’episodio si pensa, è così…? E questo che la tormenta?
“Sì. Mi riferivo, come dice lei, a quell’episodio.”
Ebbene: anch’io debbo partire da lì.
“Ma perchè? Perché deve?”
Perchè in questi anni ho intervistato tutte le donne più belle e famose dello show-system. E quasi sempre abbiamo parlato di amore e di seduzione, di erotismi. Ma non ho mai sentito una frase tanto eroticamente folgorante come quella che disse lei e che le ha attirato tanta curiosità addosso: nel giorno del matrimonio, con Luciano Virgili, al momento del sì, pensava ad un altro, Andrea Pezzi. Come potrei evitare di partire da lì?
“Perché è morbosità pura. E io non l’ho neanche detta a questo modo, quella cosa. E però la morbosità di tutti si è scatenata, per quattro parole.”
Insisto. E mi scusi, ma non credo che la mia sia morbosità…
“E’ stato solo un mio eccesso. Sono piena di contraddizioni: eccessi e fughe. Sono riservata? Così sembra. Ma a volte mi lascio andare. E così successe. Ero innamorata: sentivo grandi emozioni, volevo comunicarle. Con l’illusione di essere capita. Fu un errore.”
Questo è il punto: sono convinto che i pensieri amorosi delle donne siano ingovernabili e imperscrutabili. La fantasia di una donna è evoluzione continua. E quel suo pensiero, forse, fu un momento magico di ingovernabilità. Nessuno può trattenere la mente…
“Evoluzione, ha detto. Sì, su questo sono d’accordo. Ma tutti cambiamo, di continuo. A volte si cambia in meglio. Con Andrea siamo cambiati in meglio tutti e due. Non è frequente.”
Deduco che il rapporto sia rimasto buono. E con Virgili?
“Preferirei non rispondere. Perchè non mi chiede di Roberto Angelini? E’ lui, oggi, il mio uomo.”
Da quanto tempo?
“Tre anni.”
Sono tanti. Può finire? Vi ponete il problema?
“Certo che può finire. Ma non ci poniamo il problema. Perciò, dura.”
Vorrei che lei in due parole, anche solo un aggettivo, definisse l’essenza
di queste tre storie importanti. Che succede…? Perché si mette le mani nei capelli?…
“Ma come si fa in due o anche mille parole? Come si fa?”
Proviamo. Virgili?
“Lei non vuol capire, è un circuito perverso. Io parlo. Lei scrive. I lettori
leggono. Ma anche lui legge. E dopo cinque minuti per lei e i lettori le parole evaporano. Per me e lui le parole restano. E questo mi turba. E adesso perché lei mi guarda così?”
Lei è una bomba pronta per esplodere, sempre. Basta accendere la
miccia.
“Non credo che sia facile trovare la miccia né accenderla.”
Torniamo a uno ci è riuscito. Pezzi…
“…di vita!”
Mah… Una battuta?
“Non le piace? Lei cosa direbbe?”
-Una passione.
“Non nego.”
E Angelini?
“Sono innamorata. Ed è tutto. E’ una mannaia rivelarlo, esporsi così.”
Lei, Claudia, è una donna insicura.
“ Lo ammetto.”
Perché?
“Ci ho pensato tante volte. Forse è l’insicurezza di chi avverte forti aspettative
intorno a sé… Bella, pronta, una famiglia che mi ha sempre lasciato libera di scegliere e di sbagliare, senza freni né censure, dunque una ragazza in apparenza sicura…”
… e con uno sguardo che ti punta e non si abbassa mai…
“Appunto. Ma nella realtà è diverso. Sì, sono insicura. E anche incoerente. Sa qual è l’intervista dei miei sogni?”
Speravo fosse questa, per la verità.
“ Spiritoso. No, questa è l’intervista dei miei sogni… Sono Claudia Pandolfi,
ma non posso dirvi di più.”
Vado avanti, invece. Ha commesso molti errori?
“Tanti, sì. Ma non mi pento. Anzi sono felice di aver sbagliato.”
Torniamo alla seduzione. E’ la donna, che conquista?
“Sempre. La donna fa tutto. Io? O conquisto o faccio in modo di essere conquistata.”
Come?
“Che ne so? Forse è un virus. Basta uno sguardo. Una cosa detta. O, meglio,
non detta.
Si considera felice?
“No.”
Perché?
“Non credo che esista una stabile felicità. Momenti di felicità, sì.”
Cosa le manca?
“ Non so. Lei che ne pensa?”
Penso anch’io che lei non sia felice. Forse lei ha paura di guardarsi dentro
fino in fondo. Forse non è la paura di scoprire qualcosa. Forse è semplice pigrizia. Ma le domande spettano a me.”
“E’ un tormento!”
Si sente incompresa?
“Non mi interessa.”
Non si sente abbastanza amata?
“Macchè. Assolutamente no.”
Non ama abbastanza? Vorrebbe amare di più?
“Non so. Passi oltre.”
Non s, non so! Qualcosa le è chiaro?
“Il mio rapporto con Claudia, Claudia con Claudia in privato, è buono. Mi isolo,
amo la solitudine, sto bene con me stessa. Il rapporto di Claudia con Claudia Pandolfi pubblica, invece, non va bene. E’ un cruccio. Questo mi è chiaro! E per lei, cos’è chiaro?”
Mi è chiaro che lei è affascinante perché è imprendibile. Inafferrabile.
E chissà dov’è la sua mente, mentre mi parla. Questa inafferrabilità, tanto femminile, mi piace. Spero che piaccia anche ai lettori.
“Grazie. Detta così, sembra una cosa veramente carina.”
CAPITAL OTTOBRE 2004