IO, IL PRINCIPE E LE BUGIE
di Cesare Lanza Capital
Michela Bruni, 23 anni, segno astrologico toro, misure 906090, nata a Foggia,
racconta per la prima volta la sua storia, dopo essere stata, un anno fa, al centro
di una chiassosissima vicenda di cronaca: prostituzione a fronte di sfarzosi regali da parte dei clienti sceicchi, un fidanzato discusso, l’organizzazione di un giro di squillo in tournéè per il mondo.
“Niente di vero, almeno per quel che mi riguarda”, nega Michela con fermezza e
senza alcun apparente imbarazzo, seduta di fronte a me, in un angolino del bar Palace, a Milano.
Questa è la sua versione.
“Nessuna imputazione. Sono stata indagata per una serie di equivoci e il
magistrato si è convinto della mia buona fede. In due parole, sono una vittima!”
E le accuse, l’arresto?
“Ma quale arresto. Il 21 maggio 2003 i carabinieri sono venuti a casa mia e mi hanno accompagnato al commissariato per un interrogatorio. Dopo quella volta, sono stata interrogata un’altra volta, in totale due volte, e ho chiarito la mia posizione, tutto qui.”
Chiariamo, allora, anche per i lettori.
“Oggi, voglio dire ora che lo scandalo si è dissolto, posso finalmente dire che
sono fidanzata con un principe arabo, da tre anni. E’ la prima volta che ne parlo. Prima, per riservatezza, ho taciuto. Poi, per rispetto: non me la sentivo di coinvolgerlo in questa brutta storia.”
Chi è, il principe?
“Ha 31 anni, vive un po’ in America e un po’ a Abu Dhabi. Chiamiamolo Ben, anche se non è il suo vero nome. Voglio proteggerlo.”
Come e quando lo hai conosciuto?
“Tre anni fa, in occasione di un servizio fotografico.”
Un colpo di fulmine?
“Comunque un fidanzato, di cui sono innamorata. Non un cliente. Prima di
fidanzarci sono passati due mesi, brevi incontri e lunghissime telefonate.”
A proposito di fidanzati, puoi spiegarmi il ruolo di Marco, il tuo “ex”, coinvolto
con te nello scandalo di cronaca?
“Marco è un uomo di 41 anni, una delle prime persone che ho conosciuto, arrivando da Foggia a Milano, senza esperienza. Mi fidavo di lui. Fino a quel maledetto 21 maggio, era il mio miglior amico. Il nostro legame sentimentale era finito da un bel po’ di tempo, era durato solo un anno. Ma era rimasto un buon rapporto amichevole. Come dire? Abbiamo passato anche le feste di Natale insieme, conosceva e frequentava la mia famiglia.”
Andiamo con ordine, affrontiamo il nodo cruciale delle indagini su di te.
“Non ho problemi. Aspetto con fiducia l’archiviazione dell’inchiesta che mi
riguarda.”
Il primo punto è il sospetto di prostituzione: con ricchi clienti arabi.
“Non vorrei parlare di ciò che non mi riguarda. Mi limito a dire che quando
conobbi Marco, mi legai a lui con una procura: posso dire che non sapevo neanche cosa significasse, questa parola? Ma ecco spiegato perché il mio nome fu trovato, tra le sue carte. Come indossatrice e fotomodella, ero gestita da lui”
Nessun cliente dunque, mi stai dicendo, e solo una love story, con il principe.
“E’ la verità. Mi vedevo con il principe perché era il mio fidanzato.
Più o meno una volta al mese.”
E Ben ti faceva regali importanti?
“ Importanti e no, mi faceva regali, come succede a tante coppie. Mi ha regalato
anche una Porsche, e poi orologi, gioielli, vestiti… Non vedo cosa ci sia di male.”
Andavi a tue spese, a trovarlo?
“No, avevo sempre biglietti aerei prepagati da lui. Ma dove sta il male?”
Niente di male. Però la sintesi è che, in questa storia d’amore, da una parte
c’è una bella anzi bellissima ragazza, dall’altra un ricco sceicco che fa regali fuori dalla norma.
“Ripeto: non vedo cosa ci sia di male. Era anche un rapporto familiare. Ad
esempio, quando mia mamma si è risposata, Ben le ha offerto in dono il viaggio di nozze con il suo nuovo marito nel suo Paese: abbiamo passato una bella vacanza tutti insieme, a Marbella. Cosa avrei fatto allora, avevo deciso di prostituirmi con la mamma al seguito? E poi…”
E poi?
“E poi io ho anche fatto delle rinunce, per questo amore. Dopo “Il Processo
di Biscarrdi”, ad esempio, non ho più fatto televisione. Perché Ben era geloso. Ha le sue idee. Non mi ha mai fatto scenate, ma non gradiva. La tivu, no. Il cinema, sì. Punti di vista, forse anche un po’ bizzarri. Ma l’ho accontentato, Ben, per non perderlo. Sono innamorata di lui, è normale tentare di far felice l’uomo che si ama.”
Ma perché lui non approva una tua eventuale carriera in tivu?
“Forse perché mi ha visto ballare, un po’ scatenata, a “Furore”. Mi ha chiesto con
ironia: “Cosa ci fai, su quel tavolo?” Si vede che considera il cinema un lavoro più serio.”
Ammetterai che queste potrebbero anche essere grosse balle…
“Potrei, forse, raccontare qualche balla a te. Ma al giudice no. E sono certa che il
giudice ha capito che la mia posizione nell’inchiesta è stata travisata.”
Veniamo al secondo punto, al secondo sospetto dell’inchiesta: il
coinvolgimento, la ricerca di altre belle ragazze per le allegre vacanze d’amore…
“Questa è una storia ancora più ridicola. Nel giro di Marco, io avevo una sola amica, una ragazza di Praga, simpatica e dolce: Petra. Lei è venuta con me, ma come nostra invitata. C’erano con noi anche mia mamma e il secondo marito di mia mamma…”
Uhm!
“Io non so se altre ragazze, a conoscenza della mia storia, una storia che è quasi una favola e a me piacerebbe che tale restasse, non so se altre ragazze abbiano pensato o siano state indotte a pensare chissà cosa…”
Chissa cosa? Spiegami.
“Non voglio parlarne. Non mi sembra corretto parlare di ciò che non mi riguarda. Parlo di me: non mi sono mai prostituita e non ho mai indotto nessuna ragazza a farlo. Quanto ai regali, neanche li ho accettati tutti. A Abu Dhabi c’è una Ferrari, che è mia. E io qui a Milano vado in giro con la Smart…”
Non negherai che i regali preziosi abbiano avuto influenza, nella vostra
relazione. Insomma, se ti corteggio io, ti invito al ristorante…
Invece, se corteggia lui, mette nel piatto una Porsche o una Ferrari.
“Però nel patto sentimentale, come sembri intendere tu, ci sta anche che io rinuncio a tante cose, alla mia carriera…E ti ripeto…”
Ripetimi.
“Se avessi voluto fare, se volessi fare un’altra vita, avrei potuto trovare con facilità un italiano, una situazione più semplice. Ad esempio a Milano, dove non mancano i miliardari, o più precisamente non mancano i miliardari che mi hanno corteggiato, con insistenza. Con un fidanzato miliardario a Milano, se questa fosse la scelta di vita, mi toglierei il disagio di sette ore di aereo, per volare dal mio amore.”
Durante i tre anni del fidanzamento con Ben, hai avuto altre storie?
“Ma cosa dici!”
Sì o no?
“Certamente, no. Non ne sento il bisogno.”
Neanche bisogno fisico, nonostante le lunghe lontananze?”
“Ci vediamo spesso, ti ho già detto. Più o meno una volta al mese: non è poco.”
Quanto valore dai alla tua bellezza?
“Per ora è in primo piano. Ma so che tra dieci, quindici anni, comincerà a passare,
la pelle non sarà più fresca come ora, e così via… Perciò voglio utilizzare la bellezza finchè sono in tempo.”
Nella tua carriera artistica hai ricevuto qualche proposta indecente?
“Sì. Come tutte. Ma non sono mai scesa a compromessi. Come quasi tutte.”
Quanto danno ti ha procurato lo scandalo?
“ Basta dire questo: volevo scomparire, non farmi più vedere in giro. Mia nonna,
nonna Teresa, che in famiglia chiamiamo “nonna gialla” perché è bionda, per un mese non è uscita di casa, neanche per fare la spesa. Mi ha molto aiutato mia mamma, un vero angelo.”
E tuo papà?
“Non esistono rapporti con mio padre. E’ uscito dalla mia vita e dalla mia famiglia
dodici anni fa. E’ un uomo senza cuore.”
Vuoi dire di più?
“No. Ho tagliato l’argomento, mi fa soffrire.”
E, nello scandalo, quale è stato il dolore più grande?
“Ai carabinieri lo avevo chiesto subito: per favore, per favore facessero in modo
che la mia famiglia non sapesse niente. Non è stato possibile. E il dolore più forte è stato questo. La vergogna, immeritata, per le persone a cui voglio bene e che mi vogliono bene. I giornali hanno inventato un sacco di storie… E, com’era ovvio, molti hanno creduto a qualsiasi cosa, tra la gente che non mi conosce.”
A parte il principe e l’ex fidanzato Marco, hai avuto altre storie importanti?
“Ma no, importanti no. Un anno con Marco, tre con Ben… Non c’è stato tempo
per altro. Ero poco più di una bimba, quando sono arrivata a Milano. Avevo diciannove anni. A meno di non considerare la mia prima volta, che comunque era arrivata tardi, dopo i diciotto.. “
Con chi?
“Non lo voglio dire. Non è stata una cosa importante. E lui non se lo merita.”
Torniamo alla tua storia. Ti sono state rimproverate altre frottole, come quella di aver detto essere figlia, o parente, di un ambasciatore.
“Invenzioni dei giornali, non certo mie.”
Ammetterai che si possa provare, quanto meno, un po’ di diffidenza. O di
incredulità. In attesa di risultati giudiziari ufficiali e certi.”
“Sì. Ammetto che la diffidenza sia naturale.”
Forse mi hai raccontato molte frottole. Chissà.
“Chissà? E con quale scopo? Le bugie hanno le gambe corte. E comunque non
ne ho dette, di bugie.”
Uhm. Ecco un chiarimento interessante: secondo te, qualche bugia, se
necessario, si può dire nella vita. O no?
“Sì, qualche bugia a volte è necessaria. Qualche bugia si può dire. Ma piccola,
però.”
cesare@lamescolanza.com
Maggio 2003