MI CRITICANO PERCHE’ SONO LIBERO.VOLGARE E’ IL MERCATO DEI SENTIMENTI
di Cesare Lanza
Paolo Bonolis, 41 anni, segno astrologico gemelli, romano ma tifoso dell’Inter, fino a poche settimane fa super star indiscussa dello spettacolo, ha deciso di interrompere un lungo silenzio e di replicare a una serie di martellanti velenosità, che gli sono piovute addosso a seguito del deludente risultato di “Italiani”, il sabato sera.
Lo intercetto a Roma, a casa dei suoi genitori, in uno dei giorni di vigilia natalizia. E’ freddo, ma – si capisce – molto irritato, lucidamente furente.
“Faccio questo mestiere da 21 anni e chiedo, semplicemente, un po’ di rispetto per la mia carriera e per il mio lavoro.”
– Invece, cosa è successo?
“Mi hanno messo una maglietta addosso. E alla lunga questo gioco al massacro
mi sembra anche stucchevole.”
– Quale maglietta?
“ La maglietta della volgarità. Ogni volta che si parla di volgarità in tivu, puoi
scommettere: apri un giornale e ci trovi la mia foto. Ma, quando, ma dove e perché sono volgare? Al pomeriggio – al pomeriggio! – in tivu trovi qualsiasi cosa. Ma solo il mio nome va sotto tiro. E’ permessa almeno qualche osservazione?”
– Dica.
“In primo luogo il concetto di volgarità è assolutamente soggettivo. Poi, forse,
alcuni miei colleghi sanno muoversi bene, da bravi baciapile, sanno occultare ciò che non va ed esaltare il poco che fanno.”
– Parole pesanti.
“Io sono attaccato a casaccio, per pregiudizio, per la tivu volgare. E a mia volta vorrei contestare la tivu ipocrita. Il bombardamento contro di me è un vero tormentone.
Tutto è cominciato due anni fa, quando sull’Espresso mi attribuirono la rivendicazione
di “culi e tette” nel varietà: una frase rimasta famosa. A parte il fatto che lo slogan era del giornalista, non certo mio, penso che si tratti di una osservazione sincera, quasi banale: nel varietà, spettacolo leggero e divertente, la bellezza femminile e anche maschile va valorizzata.”
– Cosa contesta ai critici?
“Dovrebbero approfondire. Prima delle accuse di volgarità dicevano: bravo Bonolis, ma quanto suda! Insomma, ero solo quello che sudava, sudava. E cosa c’entra il sudore? A questo modo anche mia nonna potrebbe fare la critica: Paolo mi piace perché ha gli occhi chiari, non mi piace perché ha il naso storto.”
– Veniamo al punto: la sfida del sabato sera con Panariello.
“Ecco: a me piacerebbe che qualcuno cercasse di capire cosa fai, perché e in quali condizioni, contro chi ti batti, le opportunità, le difficoltà…”
– Mi spieghi bene.
“Panariello è bravo. Ma il sabato sera, per il programma della Lotteria Italia, la
Rai investe il massimo: quest’anno abbiamo visto la più mirabolante serie di ospiti mai apparsa sul piccolo schermo. E noi? Vede, in tivu molti sono abituati ad acquistare i migliori format già sperimentati all’estero, a verificare il miglior giorno e la migliore ora possibile per andare in onda, e via. Ma questo non è “fare” televisione: è stare “in” televisione. Tivu sicura, come il sesso sicuro. Noi invece siamo abituati a sperimentare, a inventare cose nuove. A tentare, a provarci. Per il quarto anno ho avuto il duro compito di battermi al sabato sera. Negli ultimi due anni con “Ciao Darwin” siamo andati oltre il 30%, stavolta abbiamo ottenuto un risultato inferiore alle attese. E che sarà mai? Perché tanto livore? Perché tutti debbono sputare sul lavoro che faccio?”
– Cerchiamo di capire. Cos’è, per lei, la volgarità?
“Per me, la violenza è volgarità. E anche l’inutilità dell’esposizione dei
sentimenti, lo sfruttamento di stati d’animo privati sono assai più volgari di un nudo o di una battuta a doppio senso. Il problema è che, di fronte al nudo, ci hanno educato con complessi di colpa insopprimibili. Trovo straordinaria una battuta demenziale di Luca Laurenti: perché devo pagare per un film pornografico e la guerra invece me la danno gratis?”
– A proposito di Laurenti, mi perdoni: la coppia non rischia di scoppiare?
“Io e Luca facciamo coppia nella vita privata, nel senso che siamo molto amici. Nel lavoro non siamo coppia fissa. Premesso questo, Luca è il partner con cui mi trovo meglio, per la rapidità degli scambi di battute: abbiamo lo stesso dna. Insieme abbiamo ottenuto risultati eccellenti, adesso c’è questa pausa, riprenderemo.. E poi il tentativo di quest’anno è stato strozzato in culla. E le difficoltà sono state confermate dal tentativo di Enrico Mentana, un grande professionista. Anche lui ci ha provato, ma ha fatto meno di noi.”
– Sul risultato deludente ha inciso il difficile rapporto con Teocoli?
“Certo non è facile lavorare con uno che entra, esce, poi rientra, poi esce. Meno
certezze dai e più problemi crei. Speravo di fare con Teo un percorso più lungo. Ma non mi va mai di lavorare con uno che non è contento. Gli avevo chiesto di fare Caccamo, il più “italiano” dei suoi personaggi. Non ha voluto. Peccato.”
– Come siete rimasti?
“Benissimo. Lui in vacanza, io a lavorare. Da parte mia, nessun risentimento.”
– Cosa contesta a chi l’attacca?
“Indolenza, scarsa professionalità. E forse alcuni giornalisti sono un po’ snob,
rinchiusi in una torre di avorio. Il varietà non è nella loro cultura, nelle abitudini, nel modo di fare… Senza contare le invidie in tutto un ambiente: nel varietà si monetizza di più!”
– Giornalisti e ambiente a parte, non ci sarà anche il gusto, anche questo molto italiano, di correre in aiuto del vincitore e di star lontano da chi è in difficoltà?
“La battuta di Flaiano è sempre valida. Ma io non mi sento in difficoltà né, ripeto, volgare. Faccio una tivu popolare.”
– O deficiente? Alludo alla battuta di Franca Ciampi.
“La signora Ciampi ha ragione, quando dice che leggere è bello. E come no. Ma la tivu non è deficiente. Nella tivu c’è tutto e il contrario di tutto. E’ la vita. Con una grande qualità. Puoi spegnerla, la tivu: quando vuoi. E’ un prodotto acquistabile o rifiutabile. Certo, se uno è abituato a leggere Proust, avrà qualche difficoltà al sabato sera, a sedersi in poltrona di fronte al piccolo schermo. Però c’è anche molta gente che non ha letto Proust, ma tutta la settimana si è fatta un mazzo così e al sabato sera ha il diritto di distendersi, sorridere…”
– Lei, prima, ha alluso a programmi orribili del pomeriggio televisivo. Chi,
cosa, come e quando?
“Non sono abituato a fare nomi per rispetto dei gruppi di lavoro. La tivu è complicata e faticosa, in un programma c’è il contributo di tanti operatori diversi. Non sputo nel piatto degli altri, ho rispetto per il lavoro altrui: così come lo vorrei per me. Se un programma mi fa schifo, spengo. Mi limito a osservare che altri personaggi sono protetti, hanno amicizie pelose. Io invece sono libero, sono uccel di bosco. Non mi avvolgo nel reticolato della politica, non frequento né le segreterie dei partiti né le redazioni dei giornali. Non vado nei salotti.”
– Mi faccia riferimenti positivi, allora. Chi le piace in tivu?
“Ad esempio Chiambretti. Ha una velocità mentale unica. E Costanzo: i suoi
tempi di entrata, per le battute, mi fanno morire. E Fiorello, che ha mille frecce nel suo arco.”
– E tra gli odiati giornalisti antagonisti?
“Non c’è né odio né antagonismo da parte mia. Se mai, da parte loro. A parte la
faziosità, mi piacciono certe traiettorie di Sciuscià. E mi piace Santoro, un grande drammaturgo. Badi, io sono apolitico: la faziosità mi toglie un po’ di gusto, da qualsiasi parte arrivi. E poi mi piace la tivu documentaristica: quella fatta più di quella acquistata. Adoro Striscia la notizia, la vera controinformazione, acida, aspra, brillante, acuta e l’onestà intellettuale di Antonio Ricci. Gli arrivano delazioni da ogni parte d’Italia, ma prima di mandare in onda, senza guardare in faccia nessuno, cerca minuziosamente i riscontri.”
– E adesso, Bonolis, cosa farà?
“Preparo il galà della pubblicità, che va in onda il 6 febbraio. Poi torno a Striscia,
subito dopo il Festival di Sanremo.”
– E per dimenticare, o assorbire, i veleni?
“Leggo, viaggio e gioco a pallone.”
Il Giornale 22.12.01